Il cuore di Città del Messico

Pubblicato il 10-02-2025

di Chiara Vitali

Questa notte Miguel Hernandez non potrà tornare a dormire a casa sua. I finestrini della sua automobile sono stati spaccati, è il segno di una minaccia.

Siamo nel cuore di Città del Messico, in un quartiere di periferia considerato uno dei più problematici in questa metropoli. Miguel ha 27 anni, porta gli occhiali, è alto e con un poco di barba, sorride spesso. Mentre parla si muove nel cortile della casa dove passerà la notte. È una struttura che accoglie le persone migranti ed è gestita dai padri scalabriniani. Tra i suoi muri uomini, donne e bambini dal Venezuela, Haiti, Honduras, Colombia si fermano per alcune settimane in un posto sicuro prima di ripartire per gli Stati Uniti.

Perché Miguel viene minacciato? «Questo quartiere è controllato dalla criminalità organizzata, sono loro a decidere chi entra e chi esce, a controllare i traffici illeciti e sono complici anche dei rapimenti». Chi lavora con i migranti deve per questo muoversi in una zona grigia che non è semplice da abitare.

Non ha paura, Miguel? «Sì, non posso negarlo. Però provo a essere forte perché ho in testa i motivi più validi come la spinta verso un’umanità sana, felice, capace di realizzare i suoi desideri». Ci sono poi le storie dei migranti, quelle in carne a ossa. E sono dure. «Sei mesi fa – racconta Miguel – è venuta qui una signora di sessant’anni con suo nipote. Mi dice che è arrivata da sola con il bambino, e io dico: va bene, vi sosterremo. La facciamo entrare, si sistema, ma poi scoppia in un pianto disperato. Mi dice: mia figlia non potrà più vedere questo bambino, non lo vedrà crescere. Ho poi saputo che la figlia della signora era morta durante il viaggio». Un sospiro, un silenzio. «Sono storie che non puoi dimenticare, le vivi con loro quando sono qui. Accanto a questo però c’è la gioia di vedere alcune persone sollevate, felici, che qui cambiano volto e ripartono verso gli Stati Uniti piene di speranza». Miguel sorride un’altra volta, saluta: è il momento della preghiera. Un Padre Nostro in spagnolo, riempito dai pensieri di ciascuno. Solleva tutto in alto.


Chiara Vitali
NP novembre 2024

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