Il cristiano come Cristo
Pubblicato il 27-03-2025
Abbiamo visto che la nostra preghiera deve essere quella di Gesù, e che questa preghiera deve trasformarsi in un atteggiamento di vita.
Il “Padre nostro” diventa preghiera quando si passa attraverso la stessa esperienza di Gesù, assumendo il suo modo di vedere, di pensare, di essere in rapporto con il Padre e con i fratelli, e abbandonando il modo di vedere e di pensare che siamo naturalmente portati e abituati ad avere.
Abbandonare il mio modo di vedere per assumere quello di Gesù non è però una cosa raggiungibile subito, ma è un cammino che mi occuperà per tutta la vita. Oltre che metterci tutto il mio impegno, so che sono sostenuto permanentemente dalla grazia di Dio.
Quando starò per terminare la mia vita, quando già sarò sul mio letto di morte, dovrò ancora cercare di proseguire il cammino di conversione, perché forse ci saranno ancora in me dei modi di vedere “miei” e non suoi, la mia scala dei valori non coinciderà ancora perfettamente con la sua.
Gesù deve diventare la norma dei miei comportamenti, e il Vangelo deve essere il mio riferimento continuo, perché io possa in ogni istante vivere come lui e con lui. E nel Vangelo notiamo una cosa fondamentale: Gesù non ci appare in comunione con il Padre solo quando prega, ma anche quando agisce, insegna, opera. Gesù è in comunione con il Padre, e quindi per ciò stesso prega, costantemente (es. Gv 14,10–11).
Quando si parla di comunione con Dio, immediatamente pensiamo all’eucaristia, poi alla preghiera. Ci è difficile pensare che si può essere in comunione con Dio attraverso all’azione.
Eppure è possibile, se diventeremo attenti a far sì che attraverso tutto il nostro modo di pensare, di parlare, di agire, noi lasciamo che Dio agisca, che Dio ami. La nostra comunione con lui deve nascere dalla consapevolezza profonda di questo agire di Dio attraverso di noi.
da Progetto (ora NP) ottobre 1992 - p. Mario Nascimbeni
Redazione Nuovo Progetto
NP dicembre 2024