Il credo degli italiani
Pubblicato il 26-10-2024
Persone che hanno altrove le loro radici, che si spostano in un Paese lontano dal loro e iniziano una nuova avventura, molto spesso per niente facile e semplice. Vivere da stranieri in un altro Paese è un’esperienza sempre più comune a livello globale, che in Italia riguarda milioni di persone.
Le storie personali sono tutte diverse, e naturalmente può variare molto il sentimento del sentirsi parte integrante o del sentirsi estranei al tessuto sociale del Paese di destinazione. Fra i tanti elementi sociali e culturali che entrano in gioco, quello religioso è uno dei più rilevanti, per l’aspetto identitario che comporta e per la possibilità, almeno teorica, di favorire o sfavorire l’integrazione con la popolazione locale.
A leggere i dati del nostro Paese, basati su fonti Istat ed elaborati da Fondazione ismu, la stima al momento (data di riferimento inizio 2024) è che tra gli stranieri residenti in Italia le persone di religione cristiana siano circa 2,8 milioni, un centinaio di migliaia in più rispetto alla stessa data del 2023. Nel nostro Paese cioè le persone che si professano cristiane e che sono immigrate rappresentano il 53% su un totale di 5,3 milioni di residenti stranieri, confermandosi il gruppo religioso maggioritario. Tra i cristiani, il gruppo più numeroso è costituito prevalentemente da ortodossi (1,5 milioni) e cattolici (circa 900mila), seguiti a distanza da evangelici (145mila), copti (circa 85mila) e persone di altre appartenenze (nel complesso, altri 200 mila circa).
Gli stranieri residenti in Italia di fede musulmana sono invece circa 1,6 milioni, numero sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente. In misura minore, sempre tra gli stranieri, sono presenti buddisti (circa 180mila), induisti (circa 110mila), sikh (90mila) e altri (che nel complesso sono circa 20 mila). Il 10% del totale degli stranieri, cioè oltre mezzo milione di persone, si dichiarano atei o agnostici.
Dando un’occhiata al mappamondo, un quarto dei musulmani residenti in Italia è di cittadinanza marocchina, per un totale di quasi 420mila persone.
Seguono i cittadini musulmani di Albania (circa 160mila), Bangladesh (150mila) e Pakistan (circa 140mila). Tra i cristiani ortodossi primeggiano invece i romeni (circa 880mila), che da soli rappresentano nettamente la maggioranza assoluta di questa componente religiosa tra gli stranieri, seguiti da ucraini (circa 230mila) e moldavi (circa 100mila). Per quanto riguarda i cattolici, invece, tra le nazionalità più numerose si segnalano i filippini (circa 140mila) e gli albanesi (circa 90mila).
Molte fedi diverse, molti modi di vivere la fede professata, con diverse “cinghie di trasmissione” della fede che hanno impatto sulle modalità concrete di vita quotidiana.
Tenendo conto che per una parte, fortunatamente molto minoritaria, degli stranieri presenti in Italia la fede rappresenta proprio il motivo principale della scelta migratoria, laddove la persecuzione religiosa ha determinato la necessità di allontanarsi dal proprio Paese di origine. Che sia un elemento cardine della propria individualità e del proprio sentimento di coesione sociale, o non lo sia affatto, la religione rimane a livello globale un fattore importante nel determinare i rapporti fra i singoli e le diverse comunità nazionali.
Stefano Caredda
NP agosto / settembre 2024