Il cammino difficile

Pubblicato il 15-05-2022

di Corrado Avagnina

Indubbiamente si è trattato (e si tratta) di uno snodo non del tutto immaginabile. Di fatto però, tra i tanti esiti drammatici che il Covid ha prodotto in mezzo a noi, va pure messo in conto questo inedito: il fatto sempre più amplificato di non capirsi più su questioni importanti e decisive, lasciandosi invece spiazzare da prese di posizione che si sono fatte e si fanno incomprensibili.
Così ci si è trovati pressoché bloccati, incapaci di discutere portando elementi accreditati e documentati, mentre si sono imposti diktat di derivazione apodittica, circa vaccini e dintorni.
Impressionanti certe affermazioni rilanciate sui social e nei cortei, con argomentazioni pseudo-scientifiche e con slogan che hanno fatto male per le derive su cui spingono. Eppure questo zoccolo durissimo non si è scalfito più di tanto, purtroppo. Sembra che siano mancate le possibilità di infrangere in qualche modo questo muro ermetico. Un segnale, preoccupante per la tenuta sociale delle comunità umane cui apparteniamo. Non saremo più nelle condizioni di spiegarci, di capirci? Non avremo più le premesse per convivere, pur attestati su sponde diverse?

Ma, in tutto questo, c’è un dato che pone un ulteriore problema. Questa ondata, non solo di Covid ma di reazioni assortite, ha inciso persino sul tessuto ecclesiale. Qualche tempo fa, in pieno picco di contagi, su segnalazioni in aumento il vescovo di Teano-Calvi e Alife-Caiazzo, mons. Giacomo Cirulli, ha emanato disposizioni chiare e nitide vietando a sacerdoti, religiosi, diaconi, ministri straordinari dell’Eucaristia non vaccinati di distribuire la Comunione. Una decisione “di buon senso” ha spiegato poi ad Avvenire in sintonia con quanto ha ricordato a più riprese papa Francesco in proposito, ribadendo che: «Vaccinarsi è un atto d’amore per sé e per gli altri». E si è scatenata, soprattutto sui social, una pioggia di insulti e minacce a tutto campo. Che ha spinto il vescovo a esternare ad Avvenire una preoccupazione ulteriore: «Molte volte ho l’impressione che ci sia uno ‘scisma’ in atto. Mi colpisce come tra i cristiani che frequentano le parrocchie e anche tra il clero su questo tema si arrivi ad attaccare in maniera violenta persino il papa. Ora se la sono presa con me». Un’ambiguità o una contraddizione che pesano sul tessuto ecclesiale e sulle coscienze delle persone. Turbolenze sconcertanti su cui fermarsi a riflettere, spassionatamente. In ogni caso da non lasciar cadere, soprattutto perché c’è l’occasione di franchezza evangelica costituita dal cammino sinodale in Italia, che non può evitare nervi scoperti.


Corrado Avagnina
NP febbraio 2022

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok