Il bene dell'uomo

Pubblicato il 01-11-2024

di Domenico Agasso

Francesco a Trieste lancia un monito politico senza confini: la democrazia? «Non è in buona salute». Come curarla? «Allenando la partecipazione » in chiave anti «tentazioni populistiche». Il Papa arriva il 7 luglio nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia per concludere la Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, la kermesse ecclesiastica giunta alla 50esima edizione, e avverte come la crisi democratica sia «trasversale a diverse Nazioni ». Rilancia perciò l’impegno dei cristiani, indicando la via da percorrere: «La pace e i progetti di buona politica possono rinascere dal basso», ma è necessario aumentare «gli sforzi per una formazione sociale che parta dai giovani». Cita Umberto Saba, «poeta di questa città», che parla dei «”detriti", cioè scarti, dell’umanità »: il vescovo di Roma si chiede perché «non ci scandalizziamo » di fronte al dolore degli emarginati, dei deboli, degli ultimi, di chi soffre per «il male che dilaga».

Seppure «malata», per Bergoglio la democrazia resta l’unico antidoto contro il virus degli egoismi che avvelena società e palazzi del potere. La Chiesa italiana è riunita per l’appuntamento simbolo del cattolicesimo democratico, dedicato quest’anno «Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro». Il Papa la esorta ad alimentare maggiormente l’attivismo civile, senza fermarsi sulla soglia di una fede relegata alla sfera privata.

Il Pontefice avverte: «Nel mondo di oggi, diciamo la verità, la democrazia non gode di buona salute. Questo ci interessa e ci preoccupa, perché è in gioco il bene dell'uomo, e niente di ciò che è umano può esserci estraneo». In piena sintonia con quanto affermato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'apertura della manifestazione della Cei, Francesco puntualizza che la democrazia «non coincide semplicemente con il voto del popolo». Si dice in apprensione per l’astensionismo: «Mi preoccupa il numero della gente ridotta che è andata votare. Che significa questo?». È un vuoto su cui occorre riflettere con urgenza e in profondità, perché la democrazia «esige che si creino le condizioni perché tutti si possano esprimere e possano partecipare». Il Papa definisce la Costituzione «“bussola” affidabile per il cammino».

E poi, i timori per i movimenti populisti che minaccerebbero le principali democrazie del pianeta: «La partecipazione non si improvvisa: si impara da ragazzi, da giovani, e va “allenata”, anche al senso critico rispetto alle tentazioni ideologiche e populistiche». L'appello papale è forte e chiaro: senza pensare a un partito dei cattolici, «non possiamo accontentarci di una fede marginale. Ciò significa non tanto pretendere di essere ascoltati, ma soprattutto avere il coraggio di fare proposte di giustizia e di pace nel dibattito pubblico. Abbiamo qualcosa da dire, ma non per difendere privilegi. Dobbiamo essere voce che denuncia e che propone in una società spesso afona e dove troppi non hanno voce»



Domenico Agasso
NP Agosto/Settembre '24

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