I volti della solidarietà

Pubblicato il 09-10-2022

di Pierluigi Conzo

Un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista americana PNAS analizza come le società dei Paesi del G7 hanno reagito alla crisi sanitaria causata dal Covid.
La prima cosa interessante dell’articolo è l’approccio utilizzato per studiare l’impatto sistemico della crisi, che si basa dell'iniziativa Recoupling Economic and Social Prosperity. La motivazione di fondo è semplice: vista la frammentazione sociale e il degrado ambientale che ha accompagnato la crescita economica negli ultimi decenni, è evidente che la prosperità economica (misurata tramite il PIL delle nazioni) può essere scissa dalla prosperità sociale. La prima non è un fine in sé, ma un mezzo per raggiungere la seconda. In tale ottica, il fine delle politiche economiche e sociali dovrebbe essere quello di promuovere la prosperità sociale e di riaccoppiare la prosperità economica a quella sociale.

Il Recoupling Dashboard (vedi QRcode) offre un semplice quadro metodologico per misurare il successo economico e sociale delle nazioni, e, nel caso specifico dello studio, di come i Paesi hanno risposto alla pandemia da Covid (non solo in termini di PIL). Secondo questo approccio, la prosperità sociale si basa su quattro pilastri: l'economia, lo Stato, la società civile e l'ambiente. Come la crisi sanitaria abbia impattato su questi aspetti è spiegato dagli indicatori di performance usati dal Recoupling Dashboard 2020, che svela le esperienze divergenti dei Paesi del G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti).

Gli indicatori utilizzati sono: solidarietà, agency, PIL e sostenibilità ambientale.
La solidarietà copre il bisogno di appartenenza sociale e radicamento nella società. Secondo gli autori, può essere inward, rivolto all’interno, ossia nei confronti dei propri gruppi nazionali, religiosi, etnici, razziali o di status, o outward, rivolto all’esterno, cioè a gruppi rispetto ai quali non si definisce la propria identità sociale. L’Agency cattura l’autoefficacia, cioè la capacità individuale di perseguire i propri scopi, quanto cioè le persone hanno il potere di influenzare il proprio destino attraverso i propri sforzi. La misura del guadagno materiale è il PIL e quella della sostenibilità ambientale tiene in considerazione diversi indicatori (l'indice di performance ambientale, emissioni di CO2 e gas serra).

I risultati mostrano per tutti i Paesi un forte calo del PIL dovuto alla pandemia, associato a un corrispondente calo delle emissioni di CO2. Questa uniformità è in netto contrasto con la diversità delle risposte sociali alla sfida della cooperazione posta dal coronavirus.

La solidarietà inward è cresciuta in quattro Paesi del G7 (tra cui l’Italia) ed è rimasta pressoché costante nei tre Paesi rimanenti. Al contrario, la solidarietà outward è diminuita in quattro Paesi, è aumentato in due Paesi (tra cui l’Italia) ed è rimasto pressoché costante nei restanti Paesi. Secondo gli autori, una caduta della solidarietà outward potrebbe ostacolare il sostegno degli elettori agli sforzi multilaterali per sradicare la pandemia in tutto il mondo. Interessante il caso italiano e giapponese: mentre si riduce la performance economica (migliorando di conseguenza quella ambientale), la performance sociale complessiva, cioè i due tipi di solidarietà, aumenta.

L’agency è aumentata nella maggior parte dei Paesi, probabilmente a dimostrazione di un maggiore senso di responsabilizzazione che deriva dall'affrontare nuove sfide.
Prendendo il caso italiano, si potrebbe quindi concludere che l’efficacia delle politiche di ripartenza può giovare dell’accresciuto capitale sociale dei cittadini a seguito della crisi: un dato che sicuramente è incoraggiante rispetto alle transizioni che ci attendono.


Perluigi Conzo
NP giugno/luglio 2022

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