I talenti non sono uguali per tutti

Pubblicato il 06-11-2018

di Carlo Nesti

di Carlo Nesti - «Inoltre il regno dei cieli è simile a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno; a ciascuno secondo la sua capacità; e subito partì» (Matteo 25,14-15).
I credenti sanno, che il nostro transito terreno non è equo, perché falsato non da Dio, bensì dal peccato originale del primo uomo, e della prima donna: essi hanno reso la vita imperfetta. Per questo, c’è chi ha più “talenti”, e chi meno, così come c’è chi è più ricco, e chi meno.

Ciò, che offende Dio, non è quanto si ha, ma come si investono le risorse a disposizione.
Anche nello sport, come negli altri settori, vincerà sempre, ai suoi occhi, chi ha tanto, ma non dimentica mai di distribuire la sua agiatezza, pensando al prossimo.
Così come chi ha poco, eppure, pur contando sul minimo indispensabile, non dimentica di aiutare gli altri.

L’estate del pallone è stata scossa dall’affare- Ronaldo, con cifre elevatissime, tipo 100 milioni per acquistarlo, e 30 milioni, per 4 anni, per stipendiarlo. Chi lo ha fatto, può permetterselo, senza il rischio di tagliare i posti di lavoro dei dipendenti.
Sapete, di conseguenza, cosa vi dico? Mi scandalizza molto di più il caos della Serie B, e della Serie C, dove fior di società dalla grande storia, e dalle grandi piazze, hanno alzato bandiera bianca, per avere compiuto troppi passi più lunghi delle gambe. Lì sì, che i “talenti” sono stati gettati al vento!

Se si vuole reggere la dimensione professionista della Serie B, o della Serie C, non bisogna ingannare i tifosi: o hai la capacità di gestire, umilmente e saggiamente, le tue risorse, oppure è meglio, che ti fermi, e ti ridimensioni.
Piaccia o no, questo non è ancora un “mondo giusto”, come quello che verrà, dopo la morte. Chi può spendere, spenda. Chi non può spendere, non lo faccia. È l’amara realtà, ma non ci si può stupire, perché nessuno ci ha mai garantito una vita terrena, dove tutti, materialmente, possiamo essere uguali. Colpa nostra, ripeto, e non di Dio.

Carlo Nesti
FUORI GIOCO
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

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