I sogni alimentano le anime

Pubblicato il 02-02-2025

di Max Laudadio

Negli ultimi due mesi ho avuto la fortuna di lavorare spalla a spalla con una ventina di giovani di grande spessore. Fanno gli artisti – o meglio, hanno il sogno di diventarlo – ma tutti loro hanno un grande potenziale.

Si parla spesso della mancanza di sogni da parte dei giovani, e molti attribuiscono al periodo dell’isolamento da Covid o all’utilizzo esasperato degli smartphone o dei social, la perdita di una delle più importanti fonti di alimentazione dell’anima, sognare. Ma questi ragazzi, che ho conosciuto quasi casualmente, smentiscono ogni teoria. Loro vivono di sogni, li respirano, si alimentano con questi, e non c’è cellulare o pandemia che potrebbe modificare le forti ambizioni.

Amo stare con loro perché riescono a trasmettere la gioia con la quale affrontano la vita, in ogni occasione. Appaiono indistruttibili nelle loro convinzioni e, anche se qualche volta la fragilità tipica dell’età fa capolino a disturbarli, reagiscono con una determinazione invidiabile; sono belli, e non parlo di bellezza esteriore ma di quella più profonda, che colma, e che li rende esseri unici e irripetibili.

Mi sono domandato spesso perché non tutti i ragazzi riescono a sentire la necessità di perseguire un sogno, o almeno di cercarlo come un obiettivo importante, e forse la risposta più semplice che mi è arrivata è anche quella più giusta: i ragazzi non hanno sogni perché noi adulti non siamo riusciti a insegnar loro come trovarli. Non siamo credibili, non riusciamo a essere sinceri e, di conseguenza, non siamo riusciti a diventare un modello a cui ispirarsi.

Quanti adulti conosciamo che hanno abbandonato i loro sogni perché credevano fossero inutili, irrealizzabili, utopici? Tanti. Quanti ne conosciamo invece che, nonostante l’età, continuano a pensare che sia l’unica strada da percorrere se vogliamo che la vita non diventi apatica, priva di stimoli, e qualcosa da subire? Pochi. Questa è la realtà. Pensare che sognare abbia una scadenza come il cibo è un errore madornale, e non può che portare a una sconfitta. Non c’è età per sognare, perché non esistono attimi nella vita da non considerare importanti; non c’è età per sognare perché in qualunque periodo ci si trovi siamo chiamati a ricollocarsi nel tempo che stiamo vivendo; e non c’è età per sognare perché senza i sogni diventiamo sterili.

Sono certo che qualcuno di voi leggendo questo mio pensiero lo commenterà con frasi tipo: «La vita è già difficile, devo pensare alle bollette, alla famiglia, allo studio (o a mille altre cose come queste!), sognare è solo una perdita di tempo!» Alcuni aggiungeranno anche motivazioni legate alla fortuna: «Se vincerò alla lotteria magari potrò permettermi anche di sognare, adesso non mi è concesso!» Peccato, perché chi lo farà si perderà la possibilità di vivere ogni minuto della sua giornata con il desiderio, la passione, la determinazione, l’impegno, la motivazione, che sono caratteristiche tipiche di chi sogna e non di chi subisce passivamente gli eventi. Sognare non è perdere tempo, sognare è dare alla tua vita gli stimoli per viverla bene, e non importa se molti sogni non si realizzeranno, l’importante è averne sempre di nuovi, adatti all’età che si sta vivendo e capaci di alimentare i nostri cuori.

Voglio ringraziare i miei nuovi amici sognatori: Luca, Ilenia, Enrico, Eugenio, Angela, Federico, Lorenzo, Alessandro G., Sofia, Alessandro C., Alex, Angelo, Eleonora, Matteo, Bea, Ilenia P., Sara, Eleonora, Serena, Lucrezia, Michele, Mattia, e lo voglio fare perché con loro ho capito che esistono anche sogni che possono diventare comuni e combaciare con quelli di altri. E quando accade, per realizzarli, non serve ricorrere alla lampada dei desideri, è sufficiente aprire la nostra anima e farla dialogare con quella degli altri. E il sogno si avvera, come fosse magia.


Max Laudadio
NP novembre 2024

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