Gentleman

Pubblicato il 14-01-2022

di Fabio Arduini

Alle radici della gentilezza non c'è il galateo, ma una radice antica estremamente feconda di parole.
Dal latino gens si forma gentilis, che indica il far parte di un gruppo di persone accomunate per nascita e buona collocazione sociale.
Passo successivo: nell'antico italiano e francese compaiono le parole gentiluomo e gentilhomme; subito quest'ultimo si espande oltremanica ed entra nell'antico inglese del Duecento.
Quei gentleman medievali potevano pure essere abbietti, ladri, rudi o cattivi.
Nessun problema: ciò che contava, per il significato della nostra parola, era che si vantasse uno stemma familiare e una proprietà terriera.

Tre secoli dopo si trova già l'uso dell'avverbio gentlemanly: "alla maniera da gentiluomini".
È avvenuta la trasformazione, si è aggiunto il significato che conosciamo oggi: proprio come è successo a cavalleresco e cortese.
Messa così, il gentleman può essere chiunque, anche chi non ha proprietà terriere né blasone.
Con il nuovo significato varcherà nuovamente la Manica, andando a rimpiazzare lo spazio lasciato dalla vecchia parola francese che secoli prima era sbarcata in Gran Bretagna, e più tardi tornando anche in Italia.
Conforta sapere che gentiluomini non si nasce ma si diventa.


Fabio Arduini
NP ottobre 2021

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