Gemma ha perdonato

Pubblicato il 19-10-2021

di Renzo Agasso

Quarantanove anni fa, era di maggio, quelli di Lotta continua ammazzarono il commissario Luigi Calabresi.
Ad aprile 2021, in Francia, è stato preso uno degli assassini. Negli stessi giorni, Gemma Capra, la vedova, si è fatta intervistare dal figlio Mario, in vista dell'anniversario. Un dialogo intenso e profondo, tra due persone brutalmente ferite dalla violenza insensata dei cosiddetti anni di piombo.
La moglie e il figlio di una vittima, uccisa alle spalle, in strada, un giorno di maggio.
Gemma Calabresi non ha coltivato odio e rancore. Ha insegnato ai figli la bellezza della vita. Ha perdonato gli assassini. La sua fede l'ha salvata.

E oggi, quasi mezzo secolo dopo, può pronunciare parole di pace e di consolazione, di speranza e di vita. «Io ho scelto da subito – confida a Mario e a tutti noi – di farvi vivere non nel rancore e nell'odio, ma ho fatto il possibile per darvi la gioia di vivere e di credere ancora nell'umanità, nell'uomo e nelle persone, nonostante tutto».
Così, alla notizia dell'arresto di uno di quelli che le ha tolto Luigi – "Gigi" – e di altri terroristi di quel tempo feroce, ha commentato: «Non voglio illudermi, ma penso che sarebbe il momento giusto per restituire un po' di verità.

Sarebbe importante che a questo punto delle loro vite trovassero finalmente un po' di coraggio per darci quei tasselli mancanti al puzzle. Io ho fatto il mio cammino e li ho perdonati e sono in pace. Adesso sarebbe il loro turno».
Difficile il perdono. Quando ti strappano l'amore della vita e hai solo 25 anni, e due figli piccoli e il terzo in arrivo. Ed è un gesto di odio puro: inutile, insensato, stupido. Non tutti i familiari di vittime hanno perdonato.

Il perdono è una cosa seria. Da maneggiare con cura. Intimo, fragile, pesante da portare.
Gemma Calabresi ha perdonato. E oggi può dire: «Il mio è un cammino di fede». E, alla domanda del figlio: pensi di essere arrivata dove volevi?, risponde così: «Penso di sì. Ho dei momenti ancora magari difficili. Però io volevo arrivare a pregare per loro e riesco a farlo. Ogni giorno nelle mie preghiere, io prego perché loro abbiano la pace nel cuore». Concludendo: «Questa cosa mi dà pace, mi dà serenità, mi dà anche gioia e io ci tengo a dire che il perdono non è una debolezza. Voglio dirti che il perdono è una forza, ti fa volare alto». Gemma Calabresi, dalla sommità di una montagna di dolore, confida al figlio che «la mia vita comunque è stata bella».


Renzo Agasso
NP giugno / luglio 2021

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