Europee 2024 - What Next
Pubblicato il 21-09-2024
Il risultato di fondo delle elezioni europee è stato quello annunciato. Con un rafforzamento dei Popolari, una tenuta dei Socialisti e un indebolimento dei Liberali, la maggioranza europeista resta oggi confermata, superando i 400 seggi su 720 e sembrano ottime le chance di riconferma della presidentessa uscente, Ursula von der Leyen. I partiti sovranisti crescono, ma al momento restano molto divisi. Il vero nodo saranno i “non iscritti”, una cifra abnorme di 99 deputati e saranno ora oggetto di una aggressiva “campagna acquisti” degli altri gruppi.
Rispetto alle passate elezioni le differenze sono però allarmanti. La democrazia non è un destino, è una scelta, e malgrado scenari di guerra e sfide terribili che l’Europa è chiamata ad affrontare per non essere consegnata al collasso e agli archivi della storia, questo appuntamento elettorale ha suscitato ben poca passione, con una astensione dal voto che ha superato il 50% in tutta Europa. La peggiore delle sconfitte democratiche, completata dal fatto che non pochi di questi elettori hanno consegnato la loro delega in bianco a estremismi e sovranismi di diverse sfumature.
Il secondo dato è che in Italia, come in diversi altri Paesi, non si è parlato affatto di Europa, né di un serio bilancio sugli impressionanti risultati della legislatura che si è chiusa, né degli assi traenti di questa che si apre, ma si sono svolti referendum su leadership nazionali o sull’operato dei governi. Complice in Italia anche una interpretazione assurda della par condicio, che ha impedito qualunque serio confronto tra candidati di orientamento diverso. In Italia il referendum lo hanno vinto sia la leader del governo che la leader del principale partito di opposizione; in Francia è stata una Caporetto per il presidente Macron, che ha subito indetto nuove elezioni nazionali; in Germania la coalizione di governo ne è uscita gravemente sconfessata e il cancelliere socialista assai indebolito, essendo il suo partito finito al terzo posto, dietro il partito neonazista. E il peso di Parigi e Berlino è sempre stato determinante nell’orientare la rotta europea.
Il terzo dato è che nel 2019 il negoziato post voto si incentrò decisamente su una agenda che allora definii di Rinascimento, impostata su un vasto programma di trasformazione sostenibile delle nostre economie e società, che poi con le misure prese durante la pandemia è stato ulteriormente rafforzato (vedi Sure, NextGenerationEU). Oggi questa spinta non si vede, complice la maggioranza dei governi europei a trazione conservatrice, che puntano su difesa e sicurezza, con qualche rischio di deriva militarista, su una pausa dell’agenda verde, su una rinazionalizzazione di competenze europee e ritrosia rispetto alla riforma dei Trattati e ai nuovi e necessari investimenti comuni.
Non sarà facile arrivare a un programma comune, soprattutto tra le forze politiche in Parlamento e tra questo e il Consiglio europeo. Per questo non posso che augurare buon lavoro ai 76 parlamentari europei eletti in Italia e a tutti i loro colleghi. Su di loro pesano gravi responsabilità, a partire da una spinta decisiva a trovare soluzioni di pace possibile alla spaventosa guerra in corso da ormai due anni e mezzo in Ucraina, convincendo la Russia a cessare questa follia e accettare un negoziato serio. Come anche sostenere con forza la finestra di soluzione che si è aperta per il conflitto israelo-palestinese, grazie al benvenuto piano di pace Biden. È ora che l’Europa unita ritrovi un ruolo da protagonista, si tratta del Mediterraneo, cioè del cortile di casa. E poi molto altro, perché si riconosca, senza barare, che tutte le volte che si fa più Europa si rafforzano i singoli Stati, si creano protezioni e opportunità per tutti, si fa la pace, anche per il resto del mondo.
Mi auguro che la gran parte dei neoeletti guardi al fulgido esempio di David Sassoli e alla sua convinzione che l’Europa non è un incidente della storia, ma una grandiosa promessa realizzata di pace e di progresso sostenibile per tutti che va rilanciata.
Luca Jahier
NP Giugno/Luglio 2024