Effetto Covid

Pubblicato il 11-06-2021

di Pierluigi Conzo

Nell'ultimo anno, la comunità scientifica internazionale ha prodotto una miriade di articoli di ricerca volti a misurare l'impatto del Covid-19 su diversi aspetti della vita delle persone. È di particolare interesse uno pubblicato su Scientific Reports. Gli autori esaminano come alcuni shock negativi personali imputabili al Covid-19 abbiano avuto ripercussioni su capacità cognitive (prendere decisioni riflettendo accuratamente piuttosto che "di pancia") e tratti di personalità (attitudini rispetto al rischio, al tempo e alle interazioni sociali).

La metodologia degli autori si basa su due rounds di interviste a distanza di una settimana l'una dell'altra, somministrate allo stesso campione, cioè circa 1.500 persone a Paese, per tre Paesi (Italia, Spagna e Inghilterra) a partire dal 24 aprile 2020. Nella prima e nella seconda intervista sono state raccolte informazioni circa l'esposizione ad eventi negativi: variazione negativa nello stipendio durante la settimana prima dell'intervista; shock da eventi stressanti nelle ultime due settimane; shock di salute come aver visitato un medico, cercato di essere testato o aver chiamato il servizio sanitario per il Covid-19 o sperimentato grave stress, ansia e depressione nell'ultima settimana.

Nella seconda intervista, sono state misurate le prestazioni cognitive dei rispondenti e una serie di preferenze personali, preferenze cioè rispetto al tempo (es. impazienza) e al rischio, altruismo, fiducia e reciprocità, per valutare se queste dimensioni differiscono o meno nelle persone colpite da shock negativi rispetto a persone non colpite.

I risultati mostrano che, indipendentemente dal tipo di shock, eventi negativi legati all'esperienza del Covid-19 determinano un peggioramento nella capacità di riflessione cognitiva, una maggiore avversione al rischio e una maggiore propensione a punire chi si comporta in modo socialmente poco "accettabile" (reciprocità negativa).

Essendo questi risultati basati su esperienze vissute poco prima delle interviste, non sappiamo se questi effetti negativi siano duraturi nel tempo o solo temporanei, diminuendo cioè col passare del tempo. Fatto sta che questi risultati rispecchiano piuttosto la realtà aneddotica che abbiamo vissuto durante la prima ondata del virus. Penso ai comportamenti eccessivamente punitivi nei confronti delle persone che violavano (realmente o presumibilmente) le prescrizioni governative; penso alle decisioni prese in quel periodo per lo più "di pancia" che di mente (acquisti compulsivi online?) e alla elevata propensione ad evitare rischi, primo su tutto quello sanitario, specie nella prima fase della pandemia, quando tutto si presentava ancora come una spaventosa novità.

Ne usciremo migliori? Se gli effetti negativi del Covid-19 evidenziati dallo studio fossero duraturi nel tempo, probabilmente dinanzi un'elevata propensione a punire comportamenti anti-sociali, ci potremmo aspettare, da un lato, una riduzione degli stessi nel lungo periodo, con conseguente accrescimento dell'efficacia delle azioni istituzionali nonché della tutela del bene pubblico, insieme ad una riduzione del tasso di criminalità (specie per piccoli reati). Alta avversione a rischio e propensione a prendere decisioni poco ponderate, dall'altro, potrebbero però limitare investimenti lungimiranti da parte delle famiglie, con conseguenze negative sulla gestione economica quotidiana, come ad esempio la spirale negativa dell'acquisto compulsivo di beni non duraturi, scarsa capacità di risparmio ed eccessivo indebitamento.

Da questo punto di vista, non ci resta che sperare che gli effetti stimati siano solo temporanei.


Pierluigi Conzo
NP marzo 2021

 

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