È oggi

Pubblicato il 22-05-2022

di Domenico Agasso

Papa Francesco chiede ai preti di non pronunciare più omelie generiche che non toccano la vita della gente. Lo invoca all’Angelus del 23 gennaio.

Il Pontefice evidenzia che nel Vangelo di quel giorno «vediamo Gesù che inaugura la sua predicazione. Si reca a Nazaret, dove è cresciuto, e partecipa alla preghiera nella sinagoga. Si alza a leggere e, nel rotolo del profeta Isaia, trova il passo riguardante il Messia, che proclama un messaggio di consolazione e liberazione per i poveri e gli oppressi. Finita la lettura, “gli occhi di tutti erano fissi su di lui”». E Gesù esordisce «dicendo: “Oggi si è compiuta questa Scrittura”».
Il Vescovo di Roma invita a soffermarsi «su questo oggi.
È la prima parola della predicazione di Gesù riportata dal vangelo di Luca.
Pronunciata dal Signore, indica un “oggi” che attraversa ogni epoca e rimane sempre valido».

La Parola di Dio «sempre è “oggi”. Incomincia un “oggi”: quando tu leggi la Parola di Dio, nella tua anima incomincia un “oggi”, se tu la intendi bene. Oggi. La profezia di Isaia risaliva a secoli prima, ma Gesù, “con la potenza dello Spirito”, la rende attuale e, soprattutto, la porta a compimento e indica il modo di ricevere la Parola di Dio: oggi». Non come una storia «antica, no: oggi. Oggi parla al tuo cuore».

Osserva papa Francesco: «I compaesani di Gesù sono colpiti dalla sua parola. Anche se, annebbiati dai pregiudizi, non gli credono, si accorgono che il suo insegnamento è diverso da quello degli altri maestri: intuiscono che in Gesù c’è di più». Che cosa? C’è «l’unzione dello Spirito Santo». A questo punto Bergoglio scandisce: «A volte, capita che le nostre prediche e i nostri insegnamenti rimangono generici, astratti, non toccano l’anima e la vita della gente». E perché? «Perché mancano della forza di questo oggi, quello che Gesù “riempie di senso” con la potenza dello Spirito è l’oggi. Oggi ti sta parlando. Sì, a volte si ascoltano conferenze impeccabili, discorsi ben costruiti, che però non smuovono il cuore e così tutto resta come prima. Anche tante omelie – lo dico con rispetto ma con dolore – sono astratte, e invece di svegliare l’anima l’addormentano.

Quando i fedeli incominciano a guardare l’orologio – “quando finirà questo?” – addormentano l’anima». Secondo il Pontefice la predicazione corre questo rischio: «Senza l’unzione dello Spirito impoverisce la Parola di Dio, scade nel moralismo o in concetti astratti; presenta il Vangelo con distacco, come se fosse fuori dal tempo, lontano dalla realtà. E questa non è la strada». Per questo chi predica, «per favore, è il primo a dover sperimentare l’oggi di Gesù, così da poterlo comunicare nell’oggi degli altri. E se vuole fare lezioni, conferenze, che lo faccia, ma da un’altra parte, non al momento dell’omelia, dove deve dare la Parola così che scuota i cuori».


Domenico Agasso
NP febbraio 2022

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