E luce fu!

Pubblicato il 02-09-2021

di Matteo Spicuglia

Era buio su quella terra. O meglio, ogni cosa era avvolta di luce, ma non tutti riuscivano a vederla.
Gli abitanti avevano uno spettro visivo molto particolare: non era questione di occhi, ma di cuore. Quello che il cuore non vedeva, era nascosto anche allo sguardo. C'era chi riusciva a godere del chiarore della vita di dentro e di fuori, per tanti altri invece solo buio. Fosco era uno di loro.
Lo avevano soprannominato così perché se ne andava in giro sempre corrucciato.
In realtà non ne poteva più di vivere al buio. Fosco un giorno si fece coraggio e decise di parlarne con Nur, una donna saggia, stimata da tutti, che da sempre vedeva la luce. «Nur, non riesco più a vivere in questo buio. Aiutami!
». «Buio? Ma se c'è così tanta luce qui attorno! A volte mi sembra troppa.
Non la vedi?». «No, mai vista. Temo che non esista per me. Aiutami!». Nur si commosse profondamente e accettò.
«Va bene Fosco. Ti farò vedere la luce, vivrai un'esperienza straordinaria, ma poi dovrai cercartela da solo. Non spaventarti.
Accetta una gradualità anche se non sarà facile».

In quel preciso istante, Fosco fu come sospinto in una dimensione nuova, indefinita. Davanti a lui un grande spazio aperto: sembrava un mare o un prato senza confini, impossibile però da mettere a fuoco fino in fondo. Quel vuoto avvolto di ombre era così simile al buio di sempre. Fosco non capiva.
Ma tutto avvenne in una manciata di secondi. Prima un lampo, poi un fragore.
L'orizzonte completamente illuminato da un chiarore così intenso e vivo da lasciare senza parole.
Gli occhi di Fosco non avevano mai visto una cosa così bella. L'emozione diventò pianto, lo stupore una volontà irrefrenabile di avvicinarsi, di fondersi con quel bianco. Non c'era più niente di diverso da desiderare. Fosco finalmente sentiva di aver trovato il suo tutto. Immenso il mondo, immensa la gioia. Bellissimo!

Fu naturale pensare subito a Nur: «Mi hai fatto un regalo incredibile. Grazie di cuore! Non avrei potuto volere di più. Finalmente anche io vedo la luce». Nur sorrise, sapeva bene che il suo compito era appena iniziato. «Fosco, devi proseguire. Ti avevo avvertito.
Questa non è la luce che pensavi!».
Disse così e in un secondo tutto tornò scuro. Fosco fu preso da paura e sconforto.
Avrebbe voluto raggiungere quel chiarore immenso, abbracciarlo, dimorare in lui. Non capiva perché Nur lo avesse allontanato da quella meraviglia.
Ecco, ancora una volta al buio. Per cosa? Era arrabbiato, deluso. Si sentiva preso in giro, con un peso insostenibile sul cuore e sullo stomaco.

Cominciò a vagare nel vuoto: ombre, buio, la voglia di maledire. Fu in quel momento che alzò lo sguardo al cielo.
E si bloccò di istinto. Non se ne era mai accorto, ma quel nero era come trapuntato di piccole luci: non aveva mai visto quelle fiammelle di dimensioni diverse, chiare anche loro, ognuna con la sua intensità. Erano milioni, avvolte come in una spirale. E poi, che dire di quella palla poco più in là, della luce bianca che tutto rischiarava? Fosco si sentì abitato da una pace profondissima, da un senso di armonia mai sperimentato.
Non vedeva una luce potente, ma quanto bastava per sentirsi bene.
Come sentirsi cullato.
Quella sensazione non durò molto, giusto il tempo per capire. Fosco fu come trasportato da un turbine e si ritrovò davanti a Nur, ormai impaziente di confidargli il proprio segreto.

«Fosco, finalmente hai visto la luce.
Ma quella che vedrai in futuro, dipenderà solo da te. Ormai lo hai capito.
Nel nostro mondo, possiamo vedere solo con il cuore. Tu pensavi di vivere al buio, perché non hai mai amato. Ti ho mostrato la luce che può esplodere nella notte, per farti capire che esiste, che puoi goderne, che puoi guardarla a pieno sguardo. Ma sappi che luci così forti non servono, abbagliano soltanto.
Vedrai pienamente solo quando imparerai che la luce non è un assoluto, ma il riflesso di tante sfumature che proprio tu puoi gestire, vivere, ricercare».
«Nur, non ti seguo», rispose Fosco.

«Fidati. Vedrai davvero quando imparerai a godere della luce delle stelle, luce tenue, delicata, ugualmente spettacolare.
Per farlo cercherai punti di osservazione nuovi, ti accorgerai che per ammirare questa bellezza non serve possedere o fondersi, ma imparare a tenere anche la giusta distanza. È questa la luce vera, è questo l'amore maturo.
Adesso vivilo!».


Matteo Spicuglia
Np maggio 2021

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