È il giorno dopo giorno che cambia le cose

Pubblicato il 14-09-2017

di Guido Morganti

Giovani partecipano al 5° APPUNTAMENTO MONDIALE GIOVANI DELLA PACEdi Guido Morganti - Alle forti testimonianze segue un altro momento significativo che condensa la volontà di impegno e di cambiamento attraverso la Carta dei Giovani, emblematica di una trasformazione in atto di cui gli Appuntamenti Mondiali indicano il cammino.

E se di trasformazione si parla il pensiero corre subito all’arsenale militare di Torino dal 1983 diventato Arsenale della Pace. Rosanna Tabasso porta la sua esperienza ai giovani accalcati nella piazza. «Ero giovane come voi, avevo la vostra età quando ho incontrato il sogno di un gruppo di adulti. E mi son detta: chissà se quello che hanno nel cuore si realizzerà veramente. Se ci riescono io voglio esserci. Così ho scelto di restare in questa avventura e ho avuto la gioia di veder crescere anno dopo anno il sogno iniziale. E poi la nascita dell’Arsenale della Pace». Quando il 2 agosto 1983 il Sermig ha varcato la soglia dell’arsenale militare non si è scoraggiato davanti a ciò che aveva di fronte. «Era un rudere, e poi c’è stato il giorno dopo giorno. Per me la piazza di oggi è un giorno bello, entusiasmante come l’idea di trasformare mattone su mattone un arsenale militare in luogo di pace che tanti di voi conoscono. È il giorno dopo giorno che cambia le cose, non l’entusiasmo di un momento. Contano i fatti, le scelte di vita, i cambiamenti che coinvolgono le persone, si diventa determinati e si cammina, si va avanti».

Tutto facile? Assolutamente no. Ripercorrendo ancora la storia dell’Arsenale Rosanna ricorda: «Non sono mancati i problemi, le fatiche, le lacrime, il dolore, tutto. Ma anche tanta gioia, anche tanta, tanta bellezza. E la cosa più bella poi è l’incontro con i giovani».

Un ragazzo fa suonare la Campana del Perdono durante il 5° APPUNTAMENTO MONDIALE GIOVANI DELLA PACEÈ possibile trasformare la propria vita, è possibile trasformare la realtà intorno a noi, impegnarsi concretamente. La Carta dei Giovani e la Campana del Perdono ne sono un segno. Cosa rappresenta la campana? «Nel 2010 abbiamo organizzato il 3° Appuntamento dei Giovani della Pace a L’Aquila ferita dal terremoto. Al termine ci fu donata questa campana con l’impegno che la facessimo risuonare per dire il perdono. Oggi abbiamo appreso da alcuni testimoni cosa significa perdonare, testimonianze forti di quando l’odio non entra nel cuore di una persona. Una volta all’anno la facciamo risuonare sulle nostre scelte di vita, giovani e adulti insieme».

Sul palco il rintocco della campana ha poi scandito i dieci punti della Carta dei Giovani, l’impegno comune di giovani e adulti insieme, di testimoni che hanno varcato la divisione tra generazioni e «che scelgono di ricominciare per il bene di tutti perché questo nostro mondo cambi volto, perché l’odio non abbia l’ultima parola».


Guido Morganti

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