Discriminazione a tavola

Pubblicato il 27-04-2023

di Pierluigi Conzo

I ristoranti asiatici degli Stati Uniti presi di mira dal sentimento anti-cinese legato al covid e alla retorica di Trump

Molti come me si ricorderanno di quei politici che accusarono la Cina e le comunità cinesi per la creazione e diffusione della pandemia da Covid-19. Mi riferisco a quando Donald Trump e alcuni membri del Partito Repubblicano – ma anche in Italia non ci furono eccezioni moralmente più virtuose – lanciarono messaggi mediatici tentando di incolpare la Cina con espressioni discriminatorie, quali "virus cinese" e "Kung Flu", per descrivere il coronavirus. Che impatto ha avuto questa retorica, e la pandemia nel suo complesso, sulla discriminazione nei confronti della comunità cinese e, più in generale, delle comunità asiatiche?

Un recente articolo pubblicato su Nature Human Behavior, utilizzando una serie di sondaggi, trend di ricerche online e dati sulla mobilità dei consumatori, mostra che i ristoranti asiatici hanno registrato, a causa della pandemia, un calo di clienti del 18,4% rispetto a ristoranti non asiatici comparabili, con diminuzioni maggiori nelle aree con livelli più alti di sostegno per Donald Trump.

Gli autori sostengono che la pandemia di Covid-19 sia a tutti gli effetti uno “shock esogeno” – un evento imprevedibile ed esterno al sistema economico che però influenza il comportamento economico – che ha dato voce ai sempre più espliciti appelli razziali dei politici, individuando i gruppi emarginati come responsabili e contribuendo così all'aumento degli atteggiamenti anti-asiatici negli Stati Uniti. Gli autori propongono quattro risultati principali a sostegno di questa ipotesi.

Innanzitutto, osservando le ricerche sul web dei cittadini statunitensi, gli autori mostrano che il sentimento anti-cinese è aumentato in modo netto durante le prime fasi della pandemia, come testimoniato dall’aumento delle ricerche relative a “Cina e comunismo”, “Cina e debito”, ricerche correlate all’utilizzo in cucina di alcune specie animali, e in generale altre ricerche anti-Cina.

Un'analisi dei dati sulla posizione dei dispositivi mobili dei consumatori evidenzia, poi, come la maggior parte dei essi abbia evitato i ristoranti asiatici. Durante il periodo successivo all'inizio della pandemia, il traffico dei ristoranti asiatici è diminuito di un sostanziale 18,4% rispetto al traffico di ristoranti non asiatici durante lo stesso periodo. L’affluenza ai ristoranti cinesi è diminuita del 10,9%, mentre quella ai ristoranti asiatici non cinesi ha registrato una diminuzione del 25%. Secondo gli autori il costo della discriminazione per i ristoranti asiatici durante la pandemia è stato, in totale, di 7,42 miliardi di dollari di mancate entrate nel 2020.

Inoltre, dato che l'ex presidente Trump ha rappresentato una delle principali fonti di retorica anti-cinese (attribuendo la colpa della pandemia alla Cina), gli autori analizzano se un maggiore sostegno a Trump sia effettivamente associato al calo nell’afflusso ai ristoranti cinesi e, più in generale, asiatici osservato nel post pandemia. I risultati sono in linea con questa ipotesi: un maggiore sostegno di Trump sembra essere associato a un maggiore evitamento dei ristoranti asiatici.

Infine, i risultati di alcuni sondaggi condotti dagli autori durante la pandemia mostrano che i consumatori tendono a incolpare gli asiatici per la diffusione del virus e a esprimere paura per il cibo cinese. Anche in questo caso, questi risultati sono trainati dagli elettori di Trump rispetto a quelli di Biden. Inoltre, la maggior parte degli intervistati sovrastima la frazione di americani asiatici di etnia cinese, sopravvalutando quindi l'omogeneità dell'out-group: semplificando al massimo, secondo loro gli asiatici sono tutti uguali. Questo gruppo sembra anche più propenso a credere che il cibo cinese aumenti il rischio di contrarre il Covid-19.

Nel loro insieme, questi risultati indicano che il sentimento anti-cinese, indipendentemente dal fatto che sia stato guidato dalla paura o dalla rabbia, innescato dal Covid-19 e rafforzato dalla retorica politica statunitense, ha avuto un ruolo sostanziale nella discriminazione dei consumatori nei confronti dei ristoranti asiatici. E, come evidenziato dalle stime degli autori, tale discriminazione ha avuto un costo economico di notevole portata non solo per i ristoranti cinesi, ma, in generale, per tutti quelli di proprietà asiatica, sottolineando quindi che la discriminazione di un gruppo è cieca: fa di tutta l’erba un fascio.

Secondo gli autori di un recente articolo pubblicato su Nature Human Behavior, il costo della discriminazione per i ristoranti asiatici durante la pandemia è stato, in totale, di 7,42 miliardi di dollari di mancate entrate nel 2020

Pierluigi Conzo

NP Febbraio 2023

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