Dalla parte del bene comune

Pubblicato il 02-03-2025

di Guido Morganti

La Pira, Andreotti, Pertini, Scalfaro, Zaccagnini, Bodrato e molti altri, fino al presidente Sergio Mattarella.
Il Sermig ha nel tempo conosciuto tanti politici che si sono impastati con la vita della nostra fraternità e con cui abbiamo vissuto una reciprocità di stima e di stimoli per affrontare tempi molto confusi e anche violenti.

L'incontro con La Pira.
«Durante la guerra del Kippur, dal 6 al 25 ottobre 1973, tra arabi e israeliani si respirava un grande pessimismo. In quel periodo comparvero su tutti i giornali d'Italia articoli catastrofici sulla sorte dell'umanità. L'unica voce di speranza era quella di un certo Giorgio La Pira, che io non conoscevo. Parlava di una nuova speranza, si rifaceva al profeta Isaia che parlava di un tempo in cui le armi si sarebbero tramutate in strumenti di lavoro e l'uomo non avrebbe più imparato il mestiere della guerra. Andai a prendere la Bibbia, trovai la citazione», racconta Ernesto Olivero. I versetti di Isaia rimangono scolpiti nel Sermig. Ernesto si reca a Firenze. L’incontro con Giorgio La Pira radica un’amicizia che si sviluppa anche in una folta corrispondenza.
Il 24 gennaio 1979 il Sermig è a Roma per consegnare a papa Giovanni Paolo II, appena eletto al soglio pontificio, 50 milioni di lire per i boat-people, i profughi vietnamiti e cambogiani che fuggivano dalla guerra su carrette del mare. Il giorno precedente eravamo dal presidente del Consiglio Giulio Andreotti per informarlo dell’iniziativa. Al momento del congedo e dei saluti, Ernesto sbotta:«Ci aiuta per un miracolo? Avere un pezzo dell’arsenale militare di Torino». Isaia entra in gioco!
Scrive Ernesto: «La Provvidenza aveva previsto un incontro, un'amicizia strana che sarebbe stata sempre segnata da avvenimenti e fatti impossibili… Due volte Giulio Andreotti è venuto a visitare l'Arsenale, senza scorta, senza apparato al seguito. Non ha mai pronunciato discorsi, non ha chiesto mai la parola. Ci sono tanti scettici che non credevano potesse nascere un'amicizia libera da interessi con un politico come lui… L'Arsenale della Pace, con le sue avventure, è nato lì».

Un anno dopo l’incontro con Andreotti, il 21 febbraio 1980, il Sermig è ricevuto dal presidente Sandro Pertini.
Un incontro molto gioioso animato da canti e chitarra. Parlando del sogno di trasformare un arsenale militare in arsenale di pace, il presidente è entusiasta, alza la cornetta del telefono per contattare il ministro della difesa Sarti. Sarà l’occasione per capire che il cam mino non sarà semplice, che l’arsenale militare burocraticamente non è più un unicum. Ci promette che verrà a inaugurarlo. Lo farà l’11 aprile 1984. «Verrò a Torino a esaltare con i giovani la pace che è vita e a condannare la guerra che è morte».

Nasce un’amicizia sincera anche con Guido Bodrato.
Esponente di spicco della Democrazia cristiana, più volte ministro, racconta di aver incontrato i giovani del Sermig agli inizi degli anni ‘70, in occasione di una manifestazione per la pace. Non ci ha pensato due volte quando gli abbiamo chiesto di scrivere articoli per Progetto sulle varie questioni che emergevano dalla realtà sociale, politica, internazionale. Cosa che fece con continuità dal primo numero e per molti anni successivi.
Abbiamo incontrato Benigno Zaccagnini quando, con Guido Bodrato, venne a trovarci nella nostra sede di allora, la sacrestia della vecchia chiesa dell’Arcivescovado di Torino. Era il 1977. Nel 1978 si trovò ad affrontare come segretario della Democrazia Cristiana il sequestro di Aldo Moro. Anche la nostra rivista Progetto muoveva i suoi primi passi e sul numero 6 del suo primo anno di vita, Ernesto intervista “Zac”. «3 maggio 1978, ore 21. Nella sede della dc Benigno sta vivendo i drammatici momenti del caso Moro rapito dalle br il 16 marzo. Mi riceve ugualmente. Mi trovo di fronte un uomo che appare provato, ma da cui traspare grande tenacia e limpida purezza di cuore».

La profonda amicizia e stima tra il presidente Sergio Mattarella e il Sermig è nota.
I lettori di np Nuovo Progetto conoscono i suoi incontri con il Sermig, le visite agli Arsenali fino alla presentazione nell’ultimo libro di Ernesto Olivero, Farà altro nella vita.

Tante le visite di presidenti della Repubblica.
All’Arsenale della Pace ricordiamo quelle di Oscar Luigi Scalfaro, un caro amico che negli anni ci mise a disposizione i c130 dell’Aeronautica militare per varie missioni umanitarie, di Francesco Cossiga, di Giorgio Napolitano. Incontri veri, autentici che hanno sempre avuto al centro l’impegno per il bene comune.


Guido Morganti
NP Focus
NP dicembre 2024

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