Da problema a opportunità

Pubblicato il 17-09-2020

di Valentina Turinetto

Ci siamo trovati negli ultimi mesi a vivere un’emergenza che non potevamo nemmeno immaginare. In ogni ambito è stato necessario trovare possibili soluzioni per affrontarla. La necessità di rispondere in tempi rapidi non ha reso perfette le azioni, ma è ammirevole osservare quanti ce l’abbiano messa tutta per reagire nel modo migliore possibile in quel momento.

Nei notiziari, i titoli di maggiore rilievo sono sempre stati quelli riservati all’ambito sanitario: si parlava di una lotta per salvare più vite umane possibili, per bloccare una diffusione così violenta di un nemico invisibile. Ma nello stesso tempo, altre battaglie si stavano combattendo, in modo più silenzioso ma non per questo meno importante: la scuola e gli studenti sono tra i molti feriti di questo tempo. I danni, anche se non si possono facilmente misurare in modo tangibile e obiettivo, si possono percepire dai pensieri e dai comportamenti dei bambini: chi a fine giornata scoppia in pianti inconsolabili, chi si arrabbia più facilmente, chi ha paura ad uscire nuovamente di casa, chi di fronte alla didattica a distanza confida alla mamma «Io non sono fatto per fare scuola a casa». Questo ci dice chiaramente che non siamo fatti per vivere isolati, che uno schermo non sostituirà mai un’aula, che la scuola è incontro, dialogo, relazione, contatto fisico, sguardi e sorrisi.

Nessun educatore o insegnante ha potuto scegliere se stare a casa o meno, ma ognuno ha avuto la possibilità di scegliere se mettersi in gioco pienamente e provare ad affrontare una sfida, per il bene dei più piccoli. Allora è stato bello scoprire come la creatività, la passione per il proprio lavoro, l’amore per le persone che si è chiamati ad accompagnare nella crescita, siano stati il motore che ha generato esperienze significative, in un momento buio. In un istituto di Torino alcuni allievi delle superiori hanno creato un gioco didattico on-line sulla storia per i ragazzini delle medie, altri da casa si sono cimentati ad attualizzare il Decameron di Boccaccio ai giorni nostri. Un istituto tecnico ha proposto la filosofia di Aristotele per affrontare il tema della libertà in un periodo in cui sembrava venire meno. Alcune maestre della scuola primaria non si sono preoccupate tanto dei programmi, ma dello stato emotivo dei bambini, e hanno inserito una nuova materia chiamata “i pensieri felici”, proponendo ad ogni bimbo di trovare la cosa bella vissuta nella giornata; un modo per combattere la tristezza.

Ringraziamo per tutti coloro che nella scuola hanno cercato nuove vie per trasformare un problema in un’opportunità. Nessuno desidera protrarre la didattica a distanza perché l’aspetto fondamentale della scuola è la relazione, ma sicuramente questa esperienza ha fatto emergere potenzialità e nuovi strumenti che potranno andare ad arricchire le proposte scolastiche in futuro.


Valentina Turinetto
NP giugno - luglio 2020

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