Cuore di Mamma
Pubblicato il 22-11-2024
Rama ha la faccia gonfia, il passo lento, gli occhi stanchi. Ci segue lungo il corridoio, si aggrappa al mancorrente per salire le scale, entriamo in una stanza e si lancia sulla prima sedia vuota facendo un grande sorriso, come un naufrago che ha raggiunto finalmente la Terra. Si è alzata prestissimo anche questa mattina, ha svegliato all’alba anche i suoi bambini e li ha portati da un’amica perché era ancora troppo presto per poterli lasciare a scuola. Si sono salutati velocemente in ossequio alle rispettive stanchezze, lei ha detto loro di non preoccuparsi e di fare i bravi. Sì, mamma andava di nuovo in ospedale come sempre, ma stava benissimo, non c’era nulla di cui avere paura, si sarebbero rivisti tra poche ore davanti a una merenda super. Non sarebbe successo più come quella volta che l’avevano chiusa lì dentro a curarsi per giorni e giorni.
La vita di Rama è comandata dalle esigenze della sua salute e dei suoi figli: bambini, cure, bambini, medicine, bambini, riposo. Come una pianta che non può staccarsi dalle radici, l’ospedale è diventate la sua seconda casa, il posto dove deve tornare regolarmente per farsi rimettere a posto e poter continuare a vivere.
Le abbiamo chiesto di incontrarla per capire insieme se ci possano essere progettualità nuove di aiuto e vicinanza per aiutare tutti a stare un po’ meglio. Il più grande che va ogni giorno a scuola, manda la maestra di sostegno dall’altra parte della classe, non scrive una parola sui quaderni e passa il tempo a fissare il vuoto. La più piccola che non si vuole togliere mai la giacca e ogni tanto scoppia improvvisamente a piangere senza che nulla possa consolarla.
Vorremmo dire a Rama che siamo preoccupati per i suoi figli, ma il suo sguardo ci racconta che lei sta passando la sua vita a fargli credere che andrà tutto bene, anche quando non c’è un solo motivo per cui questo possa succedere, quando sta malissimo e non ha la forza di alzarsi dal letto. Dopo anni di cure, aveva ricevuto il trapianto di un rene e sembrava fosse tutto a posto, la vita poteva finalmente tornare a essere più o meno normale. Ma poi ha ricominciato a stare male, il nuovo organo che le avevano messo dentro ha voluto tornare fuori, sono ricominciati i viaggi in ospedale.
L’uomo che dovrebbe essere al suo fianco nella salute come nella malattia va e viene dal Senegal per lavoro, il Paese da cui sono originari e dove ha un’altra famiglia. Rama racconta che stanno meglio quando lui non c’è, la lista di tutte le cose che lui non fa è lunghissima: giocare e stare con i suoi figli, andare a scuola per i colloqui, accompagnarli ai giardini, partecipare alle feste. Papà ogni tanto fa la faccia cattiva e dice loro cose brutte, allora lei si mette in mezzo e lo manda via. Dice che ha provato a parlargli e chiedergli aiuto in tutti i modi, ma non è mai cambiato nulla, che stanno mille volte meglio quando lui non c’è.
Rama si alza prima del sole anche questa mattina, chiede scusa ai suoi bambini se è ancora buio e se di nuovo dovranno andare a mangiare il latte con i biscotti a casa di qualcun’altro. Il più grande ha i vestiti pulitissimi che sembra uscito da un catalogo, ma prima di zero saranno tutti pieni di macchie. La più piccola non dice una parola e chissà tra quante ore riuscirà a dire la prima.
Rama sa che presto arriverà la sera e sarà stanca da morire, ma nei suoi occhi stanchi brilla una luce forte: non importa come, il suo cuore di mamma in qualche modo troverà la forza per tutto.
Marco Grossetti
NP Agosto/Settembre '24