Cuore di Mamma

Pubblicato il 22-11-2024

di Marco Grossetti

Rama ha la faccia gonfia, il passo lento, gli occhi stanchi. Ci segue lungo il corridoio, si aggrappa al mancorrente per salire le scale, entriamo in una stanza e si lancia sulla prima sedia vuota facendo un grande sorriso, come un naufrago che ha raggiunto finalmente la Terra. Si è alzata prestissimo anche questa mattina, ha svegliato all’alba anche i suoi bambini e li ha portati da un’amica perché era ancora troppo presto per poterli lasciare a scuola. Si sono salutati velocemente in ossequio alle rispettive stanchezze, lei ha detto loro di non preoccuparsi e di fare i bravi. Sì, mamma andava di nuovo in ospedale come sempre, ma stava benissimo, non c’era nulla di cui avere paura, si sarebbero rivisti tra poche ore davanti a una merenda super. Non sarebbe successo più come quella volta che l’avevano chiusa lì dentro a curarsi per giorni e giorni.

La vita di Rama è comandata dalle esigenze della sua salute e dei suoi figli: bambini, cure, bambini, medicine, bambini, riposo. Come una pianta che non può staccarsi dalle radici, l’ospedale è diventate la sua seconda casa, il posto dove deve tornare regolarmente per farsi rimettere a posto e poter continuare a vivere.

Le abbiamo chiesto di incontrarla per capire insieme se ci possano essere progettualità nuove di aiuto e vicinanza per aiutare tutti a stare un po’ meglio. Il più grande che va ogni giorno a scuola, manda la maestra di sostegno dall’altra parte della classe, non scrive una parola sui quaderni e passa il tempo a fissare il vuoto. La più piccola che non si vuole togliere mai la giacca e ogni tanto scoppia improvvisamente a piangere senza che nulla possa consolarla.

Vorremmo dire a Rama che siamo preoccupati per i suoi figli, ma il suo sguardo ci racconta che lei sta passando la sua vita a fargli credere che andrà tutto bene, anche quando non c’è un solo motivo per cui questo possa succedere, quando sta malissimo e non ha la forza di alzarsi dal letto. Dopo anni di cure, aveva ricevuto il trapianto di un rene e sembrava fosse tutto a posto, la vita poteva finalmente tornare a essere più o meno normale. Ma poi ha ricominciato a stare male, il nuovo organo che le avevano messo dentro ha voluto tornare fuori, sono ricominciati i viaggi in ospedale.

L’uomo che dovrebbe essere al suo fianco nella salute come nella malattia va e viene dal Senegal per lavoro, il Paese da cui sono originari e dove ha un’altra famiglia. Rama racconta che stanno meglio quando lui non c’è, la lista di tutte le cose che lui non fa è lunghissima: giocare e stare con i suoi figli, andare a scuola per i colloqui, accompagnarli ai giardini, partecipare alle feste. Papà ogni tanto fa la faccia cattiva e dice loro cose brutte, allora lei si mette in mezzo e lo manda via. Dice che ha provato a parlargli e chiedergli aiuto in tutti i modi, ma non è mai cambiato nulla, che stanno mille volte meglio quando lui non c’è.

Rama si alza prima del sole anche questa mattina, chiede scusa ai suoi bambini se è ancora buio e se di nuovo dovranno andare a mangiare il latte con i biscotti a casa di qualcun’altro. Il più grande ha i vestiti pulitissimi che sembra uscito da un catalogo, ma prima di zero saranno tutti pieni di macchie. La più piccola non dice una parola e chissà tra quante ore riuscirà a dire la prima.

Rama sa che presto arriverà la sera e sarà stanca da morire, ma nei suoi occhi stanchi brilla una luce forte: non importa come, il suo cuore di mamma in qualche modo troverà la forza per tutto.

 

Marco Grossetti
NP Agosto/Settembre '24

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