Contributo allo smaltimento
Pubblicato il 19-05-2025
Rispetto a quanto abbiamo scritto, quali proposte possiamo mettere in campo? Le criticità principali del sistema di gestione dei rifiuti (ovvero i soggetti che raccolgono) sono, in primo luogo, la carenza di un'adeguata rete di impianti di raccolta e trattamento, il persistente ricorso allo smaltimento in discarica e i poco soddisfacenti livelli di differenziazione dei rifiuti e recupero delle risorse, soprattutto in alcune aree del Paese. Nelle zone centro-meridionali in particolare vi è una frammentazione orizzontale del servizio con gestioni che non superano il territorio comunale e frammentazione verticale con poche fasi raccordate per trattare i rifiuti di una filiera. Le piattaforme per il trattamento ulteriore delle differenziate e digestori anaerobici per i rifiuti urbani potrebbero essere ben più numerose; in molte zone si registrano spesso resistenze per la collocazione del compost. Possiamo aggiungere inoltre: la creazione di nuove norme e di consorzi capaci di estendere la raccolta differenziata di particolari rifiuti come gli ingombranti.
Importantissimo è il riconoscimento e la valorizzazione del ruolo centrale dei cittadini nel trattamento dei rifiuti. A partire dal superamento di alcuni ostacoli effettivi come la gestione inadeguata del servizio (52,4%) e la comunicazione e informazione sulla tipologia e modalità di raccolta. In particolare vanno segnalate le difficoltà a capire la composizione e destinazione dei materiali di imballaggio, i poliaccoppiati, le bioplastiche, gli scontrini… Vi sono ostacoli poco credibili, che assomigliano tanto a delle scusanti: la pura richiesta di incentivi se si fa la raccolta; la mancanza del tempo necessario per la differenziazione o di spazi adeguati nelle abitazioni per gestire i rifiuti. Per la raccolta differenziata vale la pena spendere tempo, soprattutto per alcuni materiali.
Due esempi: lo scorretto smaltimento dei farmaci scaduti o non utilizzati che, gettati nei wc e nei lavandini, finiscono specie nelle acque, invece di lasciarli nei bidoni delle farmacie o nelle isole ecologiche. Le conseguenze possono essere importanti: tossicità nelle acque e nel suolo e ulteriore rafforzamento della resistenza agli antibiotici indotti nei microrganismi.
Parlando poi della raccolta dei raee (rifiuti di apparecchiature elettriche edelettroniche), rischiamo di ingombrare e danneggiare l’ambiente, con la dispersione di tante componenti che inquinano in modo pericoloso, oltre ad essere un vero e proprio spreco di materie prime. Nel 2023 abbiamo avuto solo in Italia 1.100.000 t di rifiuti di cui la quantità di avviato al riciclo (recupero componenti) è di sole 349mila t (32%). Per questo, l’Italia è oggi sotto procedura di infrazione da parte della Commissione europea. Ci sono però segnali di speranza che vengono dal recupero attraverso la riparazione. L’Unione Europea ha chiesto agli Stati di varare normative entro il luglio 2026 che regolino e incentivino il diritto alla riparazione dei raee. Il discorso per i prodotti tessili è molto serio: solo l’1% dei rifiuti tessili del mondo è riciclato correttamente; in Italia lo 0,8%: 2,7 Kg/ab. I problemi della filiera plastiche (al plurale) mostra le maggiori difficoltà in tema di riciclo. Il problema dell’inquinamento da plastiche e microplastiche è un tema di emergenza mondiale, senza voler fare nessuna crociata contro di loro. La conferenza in Corea del Sud all’inizio di dicembre 2024 è stata purtroppo inutile: 178 Paesi dovevano trovare accordi per trovare soluzioni ai 20 milioni annui di t di rifiuti di plastica dispersi in natura ogni anno. Nel mirino soprattutto gli usa e getta. Alla fine solo novanta Stati hanno adottato misure per la messa fuori legge della plastica monouso, totale o parziale. Alcuni Paesi stanno operando per eliminare le microplastiche dalla cosmesi (nel 2030) e dall’industria tessile (che costituiscono circa il 15/30% di quanto finisce annualmente nei mari e oceani). La Francia ha imposto che le lavatrici installino dal 2025 un filtro per le microplastiche, in grado di ridurle del 75%. E poi ci sono alcuni giornalisti italiani che continuano a scrivere che gli ambientalisti sulle plastiche esagerano...
Carlo Degiacomi
NP febbraio 2025