Cono d'ombra

Pubblicato il 20-10-2021

di Paolo Lambruschi

La pandemia e la conseguente infodemia, il diluvio di notizie e opinioni spesso contraddittorie su Covid-19, hanno oscurato le già poche notizie sull'Africa nei media italiani. Era inevitabile che fosse così. Però le cose stanno almeno migliorando nei programmi per ragazzi, quelli che costruiscono il loro immaginario, dove sono stati rappresentati in modo massiccio nel 2020 i temi del razzismo e dell'immigrazione.

Lo afferma l'Ong sanitaria Amref che ha presentato la seconda edizione de "L'Africa MEDIAta", un rapporto a cura dell'Osservatorio di Pavia che analizza l'Africa nella rappresentazione dei media e nell'immaginario dei giovani dalla fine del 2019 ai primi mesi del 2021.
Partiamo dal buco più grosso. L'analisi di sei quotidiani nazionali – nel periodo 1 luglio 2019/28 febbraio 2021 – segnala che la media mensile di notizie in prima pagina, dedicate all'Africa, per testata, è pari a 10.
Una media inferiore del 55% rispetto alla rilevazione 2019, che prendeva in esame in primi sei mesi dello stesso anno. Le notizie relative all'Africa e ai suoi protagonisti nel contesto italiano vedono una drastica diminuzione del tema immigrazione nel corso del 2020, sopraffatto dai temi sanitari. Mentre i temi per i quali si parla di Africa sono guerra e terrorismo (al primo posto col 34,4%), mentre il Covid nel continente è all'1,7%.

Nei notiziari tv va – nello stesso periodo – anche peggio, c'è solo l'1,6% di notizie a tema Africa. I due picchi di attenzione sono tra dicembre e gennaio 2019, con la crisi libica e a febbraio 2021, con l'uccisione dell'ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, del carabiniere e dell'autista che viaggiavano con lui. Temi prevalenti riguardanti i Paesi africani sono: guerra/terrorismo (32,9%); politica (28,7%); migrazione (12%). Chiudono sport (2,1%) e cultura (1,3%).
Su Facebook – 8.419 post analizzati di 18 pagine media e 21 organizzazioni umanitarie, nel periodo 1 gennaio/31 dicembre 2020 – le parole parole chiave al vertice delle tematiche sono due: "Libia" per i media; "sviluppo" per le Ong. Due termini che – secondo i ricercatori – inquadrano due prospettive opposte.

Eppure l'Africa è la sorella dell'Italia, se non altro per ragioni geografiche dovremmo essere molto più interessati a capirne i problemi e ad essere più informati. Senza contare il terrorismo e l'immigrazione, temi strettamente correlati, ma anche per le tante persone che lavorano in Africa nei progetti di cooperazione e solidarietà o per imprese italiane. Insomma, l'Africa attraversa la nostra vita quotidiana di italiani ed europei più di quanto crediamo, eppure noi abbiamo uno sguardo sul continente più ricco di risorse e di umanità del pianeta che si ferma alla Libia, offuscato per giunta nei media nostrani dalle beghe politiche.

Questa situazione è figlia di una cattiva politica informativa dei media italiani. Le tv tedesche, per guardare a una nazione europea che non ha una lunga storia coloniale proprio come noi, dedicano notiziari specifici a molti Paesi e addirittura finanziano corsi di formazione per giornalisti africani con i fondi della cooperazione per far crescere l'opinione pubblica africana quindi la democrazia. Stando allo studio di Amref, da noi sta cambiando qualcosa nell'immaginario dei giovani, abili a scorgere dinamiche di razzismo e discriminazione all'interno dei prodotti che guardano, che lamentano mancanze sul versante della normalità e della quotidianità, che vogliono sapere ad esempio come vivono i loro coetanei là e i migranti qui. Allora andiamo a scuola di Africa da chi ha meno di 20 anni e chiediamo una informazione più globale per non farci ingabbiare dall'ignoranza e dalla menzogna.


Paolo Lambruschi
NP giugno / luglio 2021

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