Cercando la vita

Pubblicato il 11-01-2018

di Mauro Palombo

di Mauro Palombo - Dopo un tempo molto lungo, è difficile capire ormai le reali ragioni del conflitto: per qualcuno forse la fedeltà ad una ideologia, per altri rancori tribali ed economici, il richiamo della vita di fuorilegge o pirata spavaldo e temuto.

È questa la realtà nell’isola di Basilan, estremo Sud dell’arcipelago delle Filippine. In uno scenario in cui una minoranza di cristiani immigrati controllava larga parte delle terre coltivabili, il conflitto vi si accese all’inizio degli anni ’70 con l’insurrezione del Fronte Moro, per concludersi con la concessione di una ampia autonomia alla regione musulmana di Mindanao nel 1989. Nonostante il riequilibrio ottenuto con l’autonomia e l’avvio della riforma agraria, riesplode però nel giro di pochi anni propagato dall’integralismo di reduci del conflitto afgano che ispira gruppi come Abu Sayyaf, affiliato ad Al Quaeda. Rapimenti e uccisioni scoraggiano rapidamente turismo e investimenti.

Dopo un momento di relativa calma, negli ultimi anni si verifica una nuova esplosione della guerriglia: un rinnovato estremismo islamico cui si associano banditismo e pirateria, difficile da fronteggiare anche per una presenza militare ampia, ma indebolita dalla diffusa corruzione delle autorità locali.

In Basilan la vita comunque trabocca: sono quasi 350.000 le persone che affollano i 1.300kmq della piccola isola, giovani, in larga parte.

Tra di loro le tribù Bajau, gli zingari del mare, che, vivendo unicamente di pesca condotta in maniera tradizionale, ne popolano la costa occidentale: gente povera e marginale. E i padri Clarettiani, coraggiosa presenza di Chiesa da molti anni al servizio della loro crescita come persone e come comunità, sostenuti in questo dal Sermig nei progetti di scolarizzazione dei bambini, costruzione di centri comunitari, formazione degli adulti, promozione dell’igiene, sostegno alimentare. Sono centinaia i bambini via via inseriti a scuola e ci sono ormai anche le prime maestre Bajau. La comunità ha ripreso fiducia in se stessa nel rispetto dei valori autentici della cultura tradizionale.

In questi ultimi due anni la recrudescenza del conflitto ha toccato soprattutto gli insediamenti Bajau più sparsi che erano stati via via raggiunti dal progetto e dai servizi offerti. Ciò ha forzato a limitarne alcuni, a causa delle difficoltà di movimento dei bambini e anche degli adulti.

Pur affrontando con cautela i problemi di sicurezza, la scelta di oggi è di andare oltre la paura lanciando nuove iniziative per promuovere la dignità delle persone. Sono quindi stati avviate iniziative di “generazione reddito”’ ritagliate sulla situazione dei piccoli pescatori Bajau e sulle opportunità locali, con preziose sinergie con i Padri Clarettiani.

Innanzitutto un programma di microcredito, per togliere molti dalla dipendenza dai commercianti che prestano denaro per le necessità della pesca, e, oltre al pesante interesse, obbligano a vender loro svantaggiosamente il pescato, perpetuando un circolo vizioso di sfruttamento. La commercializzazione avverrà invece tramite il progetto che si occupa di conservazione, raccolta, trasporto e avvio a diversi mercati, oltre che per la stessa alimentazione degli scolari. Il “sidecar da trasporto” aiuterà anche la commercializzazione più estesa di prodotti artigianali e la gestione del minimarket che fornisce le famiglie Bajau (e altre) di beni di prima necessità a prezzi convenienti.

Per iniziare a diversificare ed espandere le attività – il cambiamento climatico sta penalizzando la pesca –, sono stati avviati l’allevamento di granchi e nell’interno quello delle api.

L’intento è quello di aprire un mercato anche per i piccoli e di utilizzare meglio le opportunità di reddito locali. Sono le chiavi per rilanciare un futuro e la volontà di costruire una storia nuova di pace e serenità. Nonostante tutto.

Associazione Sermig Re.Te. per lo Sviluppo
IBAN: IT73 T033 5901 6001 0000 0001 481
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Mauro Palombo
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