Cambio di passo

Pubblicato il 05-08-2021

di Chiara Genisio

Non esiste solo il carcere come unica risposta ai reati commessi. Un’affermazione importante in particolare perché a pronunciarla è la ministra della giustizia Marta Cartabia, costituzionalista, accademica, prima donna a ricoprire la carica di presidente della Corte costituzionale. A pochi giorni dalla sua nomina nel governo Draghi la Guardasigilli durante l’audizione in commissione Giustizia alla Camera ha anticipato la sua posizione sullo sconto della pena.

Per la ministra Cartabia è necessario orientarsi verso il superamento dell’idea del carcere come unica effettiva risposta al reato: «La "certezza della pena" non è la "certezza del carcere", che per gli effetti desocializzanti che comporta deve essere invocato quale extrema ratio». Un bel cambio di passo su questo tema. «Occorre valorizzare piuttosto le alternative al carcere, già quali pene principali – ha sottolineato ancora –. Un impegno che intendo assumere è di intraprendere ogni azione utile per restituire effettività alle pene pecuniarie, che in larga parte oggi, quando vengono inflitte, non sono eseguite. Sarà opportuno dedicare una riflessione anche alle misure sospensive, nonché alle pene sostitutive delle pene detentive brevi, che pure scontano ampi margini di ineffettività, con l’eccezione del lavoro di pubblica utilità».

Prioritario perseguire nello scopo rieducativo della pena che «non costituisce soltanto un dovere morale e costituzionale ma è anche il modo più effettivo ed efficace per prevenire la recidiva e, quindi, in ultima analisi, per irrobustire la sicurezza della vita sociale». Una posizione che aveva espresso qualche giorno prima al XIV Congresso delle Nazioni Unite a Kyoto su Prevenzione del Crimine. Nel suo video-in- tervento La pena non è mai una vendetta, la guardasigilli, ha illustrato i tanti progetti di lavori di pubblica utilità, volti al reinserimento dei detenuti. «Le statistiche mostrano – ha detto – che a fronte di un trattamento più costruttivo corrisponde un più basso tasso di recidiva».

Su pena e prevenzione del crimine, conclude la ministra Cartabia, «le nostre società possono fare di più o – per citare un famoso adagio di Gustav Radbruch – qualcosa di meglio del diritto penale». Ritiene inoltre che i tempi siano maturi per mettere a sistema le esperienze di giustizia riparativa: «In considerazione dell’importanza delle esperienze già in essere nel nostro ordinamento, occorrere intraprendere una attività di riforma per rendere i programmi di giustizia riparativa accessibili in ogni stato e grado del procedimento penale, sin dalla fase di cognizione».


Chiara Genisio
NP aprile 2021

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