BRASILE: Molto più che pannelli

Pubblicato il 31-08-2009

di Marco Vitale

Mettete insieme dei giovani, un professore universitario, un ingegnere… e il sole. Il gioco è fatto. L’Arsenale della Speranza del Sermig in Brasile ora scalda l’acqua con pannelli solari termici.

di Marco Vitale

Finalmente arriviamo al momento di montare i pannelli solari all’Arsenale della Speranza di San Paolo del Brasile. L’appuntamento per tutti è fissato per un sabato pomeriggio. Finalmente, sì, perché ci hanno lavorato in tanti! Anzitutto Walter che con l’équipe della manutenzione ed i pochi quattrini disponibili, deve fare in modo che nessuna perdita o guasto interrompa il servizio a disposizione delle 1150 persone che ogni giorno entrano in Arsenale, fanno la doccia, mangiano, studiano ecc.
Il gruppo dei tecnici volontari ha fatto calcoli, conti, preso misure per arrivare a stabilire quanto dev’essere grande la cisterna e quanti pannelli sono necessari. L’idea è di cominciare ad usare i pannelli solari termici per scaldare l’acqua dei bagni di un primo edificio, usato quotidianamente da 50 persone. Brasile Pannelli solari
Parliamo a tanti di quest’intenzione, fino ad incontrare la disponibilità di una volontaria, Sandra, che è anche professoressa del prestigioso Dante Alighieri, uno dei collegi più importanti della città. Un piccolo gruppo di studenti accetta di realizzare il progetto e di coinvolgere altri ragazzi dell’istituto. Vengono a visitare l’Arsenale col professore di fisica e insieme pensiamo ad un corso di base sull’impiego dell’energia solare: saranno poi proprio loro ad insegnare questa tecnologia ai colleghi delle altre classi.
pannelli_1-1.jpg Alcuni si appassionano e costruiamo il pannello prototipo, in plastica verniciata di nero. Inizia poi la ricerca del modello industriale più adatto per l’impiego in Arsenale. Ecco così l’incontro con un professore universitario che si lascia coinvolgere dal nostro entusiasmo e dalla vita che vede muoversi nei cortili dell’Arsenale della Speranza. Ci passa qualche consiglio ed il contatto con un amico che produce un modello di pannelli che sembra essere il più adatto al nostro caso. Il prezzo è di favore. La scuola, sull’onda dell’entusiasmo dei ragazzi, decide di finanziare l’acquisto di tutti i pezzi.
E arriviamo al fatidico sabato pomeriggio. Il cielo è carico di nuvole ed un vento freddo e insistente ci accompagna. Il sole è il grande assente. Saliamo sul tetto caricando pannelli, tubi e i vari attrezzi. In cima ci aspettano Walter, l’ingegnere dell’azienda produttrice dei pannelli, il professore di fisica ed alcuni dei nostri accolti che - un tempo meccanici, idraulici... - si rendono disponibili ad aiutare.

Si inizia a montare e tanti sono i dettagli. C’è chi si muove in modo goffo, chi sembra più esperto, chi si limita ad osservare. Passano alcune ore e tutto comincia a prendere forma, l’impianto assomiglia proprio alla figura colorata e luccicante del manuale di installazione. Apriamo l’acqua e dopo alcuni aggiustamenti il sistema sembra non avere perdite.

Cala la sera ed alcuni ragazzi decidono di partecipare alla grande Messa del sabato, celebrata insieme a centinaia di uomini per cui l’Arsenale è diventato l’ultimo riparo. Una ragazza del Dante Alighieri prende la parola e, nell’emozione, si dice contenta di aver aiutato ad abbassare il consumo di gas, di aver fatto qualcosa per rispettare questo nostro pianeta e di aver dato una mano a migliorare la vita di chi si trova in difficoltà, partecipando così all’avventura dell’Arsenale della Speranza. pannelli_2-1.jpg
Quei pannelli sono prima di tutto un simbolo del potenziale di idee, di creatività, di invenzioni e di forze positive che la loro vita può scatenare. Il segno di cosa può accadere se si decide di creare una rete di amicizie e di relazioni. Troppo spesso ci si ritrova a studiare e lavorare giorno dopo giorno, un esame dopo l’altro, ed il rischio è di non ricordarsi più nemmeno il perché. L’Arsenale può essere sempre più quel luogo in cui queste forze si incontrano con i drammi del mondo, e lo studio, il lavoro, la vita possono ritrovare senso, una pienezza.

Il sole apparirà solo alcuni giorni dopo. Insieme a Walter ci siamo ritrovati ad aprire il rubinetto e a sorridere sentendo scorrere l’acqua riscaldata dal sole.

di Marco Vitale, Fraternità del Sermig
da Nuovo Progetto gennaio 2009

Info: arsenaldaesperanca@sermig.org.br

Vedi anche:

Sermig - Vita ai bambini .

 

 

 

 

 

 

 

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