Biagio

Pubblicato il 24-05-2023

di Renzo Agasso

Saio consunto, barba grigia, occhi chiari. Sandali e bastone. Una sorta di san Francesco dei nostri tempi s’aggirava per Palermo. Adesso è morto, e il suo funerale ha mostrato quanto fosse amato. Un corteo disordinato, del disordine dell’affetto, dell’amore, della familiarità. Gente di ogni genere, età, provenienza, arcivescovo in testa, preti e frati, bianchi e neri. Poveri. Senzatetto. Vittime della vita. L’umanità che Biagio Conte ha raccolto, consolato e accompagnato per tutta la sua breve vita.

Da ricco che era, si spogliò dei beni per vivere sulla strada, alla stazione, sotto i ponti. Senza nulla. Chi glielo ha fatto fare? C’erano altri modi di essere samaritani. Nato nel 1963, famiglia agiata, voglio posso comando. No, se ne va nel ’90 senza dir nulla. Raggiunge Assisi e lì, presso Francesco trova la risposta. Come fare a cambiare il mondo? Vivere da povero in mezzo ai poveri. A Palermo, dove c’è un potere occulto che sulla povertà ci campa: la maledetta mafia che ammazza non solo le persone ma pure la speranza. «Povera Palermo!», griderà un giorno l’arcivescovo Salvatore Pappalardo all’ennesimo funerale di morti ammazzati.

Biagio Conte cambia Palermo a colpi di digiuni e preghiere. Accorrono i derelitti a frotte, nasce la Missione di speranza e carità, che porta nel nome la ragione sociale. Altri volontari si uniscono, la Provvidenza fa la parte sua. Un miracolo quotidiano. Senza schiamazzi, senza proclami, senza pubblicità. Basta lui, con bastone saio e sandali, un sorriso che sa di cielo. «Biagio è un fascio di luce, la nostra stella», afferma l’arcivescovo attuale Corrado Lorefice.

Poi è arrivato il tumore. A soli 59 anni. Soffre molto, circondato d’affetto dai suoi poveri. Muore, infine, il 12 gennaio 2023. Mezza Palermo lo accompagna al cimitero, l’altra mezza lo piange e rimpiange.
Il palermitano del Quirinale, Sergio Mattarella, scrive la sua pena: «Ho appreso con profondo dolore la triste notizia della morte di fratel Biagio, punto di riferimento, non soltanto a Palermo, per chi crede nei valori della solidarietà e della dignità della persona, che ha testimoniato concretamente, in maniera coinvolgente ed eroica. Il rimpianto e la riconoscenza nei confronti di Biagio Conte vanno espressi consolidando e sviluppando anche in futuro le sue iniziative affinché il ricordo della sua figura sia concreto e reale, così come è stato il suo esempio».
Biagio non c’è più. Biagio ci sarà sempre.


Renzo Agasso
NP febbraio 2023

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