Basta!
Pubblicato il 30-10-2024
Dopo circa 3 settimane di bombardamenti, il 28 giugno i ribelli del movimento “23 marzo” (m23) hanno occupato la cittadina strategica di kanyabayonga. In congo capita spesso di sentire notizie di questo tipo, ma meno quello che ne consegue. Secondo il sindaco della città, il 90% della popolazione avrebbe lasciato la città con ogni mezzo per raggiungere un luogo sicuro. Secondo padre giuseppe piumatti, sacerdote fidei donum da oltre 50 anni in quel martoriato territorio, le persone in fuga in tutto il kivu sarebbero migliaia perlopiù senza nessuna assistenza, se non quella dell’accoglienza che ricevono dalla popolazione locale. In base ai dati delle nazioni unite, il congo ha superato i 7 milioni di sfollati.
La gente di kanyabayonga è arrivata con ogni mezzo a Kirumba e altre cittadine più a nord, ma come ha spiegato il sindaco: «gli sfollati sono stati costretti a fuggire una seconda volta. E anche le famiglie che li ospitavano sono appena fuggite».
Piccoli e grandi movimenti armati ammazzano apparentemente senza motivo: a volte c’è il tema di scontri interetnici (hema/lendu) derivanti da antiche ruggini coloniali, altre il controllo delle risorse minerarie, altri gli interessi stranieri, fino ai motivi religiosi. Ma in base a testimonianze raccolte sul campo dietro a questi movimenti ci sarebbe l’ex presidente kabila. «kabila e kagame sono dietro tutti questi attacchi, ma dietro kagame ci sono tanti altri: paesi africani, occidentali» questa è l’opinione prevalente sia tra i funzionari di governo che tra la gente della strada. E come riportato dal quotidiano le monde: «il silenzio di joseph kabila mantiene i sospetti sul suo ruolo nell’est del paese» compresa l’accusa di sostenere i ribelli dell’m23, che controllano parte della provincia del nord kivu. In una recente intervista a france 24, il presidente ruandese paul kagame ha dichiarato che il ruanda è «pronto» a entrare in guerra con la repubblica democratica del congo, se necessario. «siamo pronti a combattere». In risposta alle recenti accuse del suo omologo congolese felix tshisekedi secondo cui il ruanda sta organizzando «un genocidio» nella parte orientale della repubblica democratica del congo, kagame ha accusato tshisekedi di orchestrare il ritorno di una «ideologia genocida» nella parte orientale della repubblica democratica del congo, rivolta contro i tutsi congolesi. Forse alla fine non è chiaro chi sia dietro tutti questi gruppi armati, ma è chiarissimo chi sta sotto: il popolo congolese: migliaia di persone sono in fuga cariche solo di materassi e casseruole. Inatosha!
Fabrizio Floris
NP agosto/settembre 2024