Bagliori di speranza

Pubblicato il 17-12-2024

di Gian Mario Ricciardi

Se le periferie, dopo anni di denunce e di interventi, hanno ancora come unica grande voce le parrocchie, qualcosa non ha funzionato. Se, anche alle Olimpiadi di Paris, inutilmente trionfali, la banlieue rimane ai margini della festa, qualcosa stride. Certo, ci sono stati ottimi interventi dello Stato, dei comuni e delle regioni da Parigi, a Torino, a Napoli: soldi per aree verdi, biblioteche, centri sportivi… Polizia, carabinieri, finanza, vigili urbani hanno fatto davvero molto. Il disagio, però, resiste, persiste, in alcuni casi è aumentato, incattivito, avvitato e sfiora l’irrecuperabile.

Forse, ci sfugge qualcosa. Infatti, se alla “Vela blu” di Scampia crolla un balcone, nella torrida serata d’estate, c’è qualcosa che non ha funzionato. Esattamente là dove gli spacciatori si sono ripresi la notte e anche parte del giorno, là dove è tornata la paura di stare alla fermata di tram e autobus o nel dehors di un bar. Un’inchiesta per il tg1 (condotto da Paolo Frajese) portò le telecamere rai in alcuni alloggi popolari di Nichelino (to), che aveva parroco don Paolo Gariglio, ora ultranovantenne.
C’erano, già allora, i problemi di oggi: le bollette da pagare, gli stipendi inesistenti, varie fragilità umane e la manutenzione di scale e balconi.

E, già allora, dalla parte della gente, c’erano sempre le parrocchie, grandi preti, grandi laici. Sono nate iniziative bellissime che hanno prodotto comunità d’incontro, socializzazioni, formazione culturale, crescita morale. Poi, qualcosa, nel meccanismo di rinascita, qua e là s’è rotto. E questo nonostante i comuni abbiano continuato a investire come la regione, le fondazioni bancarie, i privati. E le manutenzioni, nei limiti dei tagli, sono continuate.

Intanto, nelle “grandi periferie” che già avevano assorbito le prime immigrazioni, marocchina e albanese, sono arrivati i nuovi immigrati dai Paesi dell’est e dall’Africa.
Nonostante lo sforzo di tutti i protagonisti, la piccola delinquenza ma soprattutto lo spaccio sono tornati a crescere.

Se le parrocchie sono di nuovo in prima linea, se gli esposti nei grossi comuni aumentano, è ora di intervenire con un piano strategico, un progetto che abbracci tutte le sfumature delle periferie.
Una di queste mattine tra il (quasi) verde di parco Dora, alle 8,30 circa, si coglievano le urla disperate dell’ennesima rissa tra tossicodipendenti.
Passavano, a quell’ora, giovani mamme che portavano i figli all’Estate Ragazzi della bella chiesa del Santo Volto. Poco lontano, le voci della città: auto, tram, moto, biciclette. Sì, è l’ora di riconquistare le piazze a cominciare da quelle più sperdute e abbandonate nelle periferie.
Come hanno fatto centinaia di giovani del Sermig in Barriera Milano: i loro volti, il loro lavoro sono il migliore inizio per cacciare i fantasmi del passato e sostituirli con “la città dell’uomo” e, forse, anche “la città di Dio”
 

Gian Mario Ricciardi
NP ottobre 2024

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