AVVENTO: tempo di presepi
Pubblicato il 28-10-2011
La magia del presepe per riscoprire il significato dell'Avvento e camminare verso il Natale.
di Claudia Calisti
| Con sempre maggiore anticipo la televisione trasmette con insistenza le pubblicità sul Natale. Ci ricorda, con ritmo martellante, che Natale è alle porte e che dobbiamo organizzarci in tempo per sostenere, fisicamente e psicologicamente, stressanti corse per i negozi ed infinite code ovunque. Ci si scervella per trovare il regalo meno banale. Si spendono energie e denaro per non deludere le aspettative di grandi e piccini. L’imbarazzante varietà di ogni bene mette a dura prova chiunque. Prime vittime gli adulti. Adulti all’affannante ricerca dei giocattoli più impensati, “intercettati” nelle lettere dei loro bambini a Babbo Natale. |
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| Le luci festose, anch’esse in continuo anticipo, ci tengono a mente che stiamo camminando verso il Natale, che staremo un po’ a casa dal lavoro, che arriveranno le tredicesime per aiutarci a far fronte alle spese gonfiate di questo mese. Luci e vetrine decorano ed abbelliscono un mondo fittizio, edulcorato, apparente che, di anno in anno, e con velocità esponenziale, ha dimenticato la fiamma vera che dà calore, la nascita che dà la salvezza, la verità che rende liberi. È immensamente triste pensare che in questo tempo di avvento la corsa all’ultimo regalo non ci lasci più il tempo di rinnovare dentro di noi la bellezza, il senso vero e profondo del Natale. Ricordo con enorme nostalgia quando mio nonno preparava il presepe il giorno dell’Immacolata. Mi sembra ancora di vederlo davanti ai miei occhi, lì, nel largo corridoio, mentre srotola le statuine dalla carta con cui le aveva avvolte l’anno prima. Non c’è frenesia nei suoi movimenti, ma un naturale assaporare ogni singolo momento. Io sono al suo fianco. Non osservo lui, ma le sue mani. Sono felice di quell’occasione. Soprattutto sono felice di aiutarlo, quando me lo chiede. Così, poco a poco, un mondo eterno ed immutato esce dallo scatolone e riprende vita. |
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| Il nonno colloca le statuine nel silenzio della nostra casa e di quel mondo antico che sta riassumendo la sua forma. E come ogni anno, tornano a rivivere i pescatori, i contadini con le loro bestie, donne in cammino, animali al pascolo. Un paesaggio agreste, una grotta, storie di donne e di uomini che lavorano, vivono, gioiscono e soffrono, come noi. E come ogni anno, il bue e l’asinello sono lì che aspettano di riscaldare la nuova vita, nostra salvezza, insieme a Maria e a Giuseppe. Instancabile, il presepe rivive per rivelarci una verità tanto semplice quanto meravigliosa. E ogni anno di più mi rapisce, per le bellezze che mi rivela, per la sua eterna ed incancellabile testimonianza. Nel presepe oggi vedo una proposta di vita. Un invito a ripartire dalle cose semplici. Nel presepe vedo la Fedeltà e l’unione della Famiglia, che vive e condivide il bene e il male. Una “casa” scaldata dai buoni sentimenti, aperta a tutti, e spontaneamente pronta alla carità. Nel presepe vedo la Povertà, come strumento per percorrere la strada dell’Amore, senza farsi deviare da falsi idoli. Vedo l’Umiltà, per essere esempi credibili. Vedo un microcosmo che vive a braccetto con la natura e la rispetta. Vedo un’umanità aggrappata ai valori che non conoscono mode né tendenze passeggere. Nel presepe vedo la Speranza della Sacra Famiglia, testimone dell’unico Amore che possa definirsi tale: l’amore infinito e senza misura. Vorrei che il Natale diventasse per me e per tutti un’opportunità per guardarmi dentro e fuori. Un momento per mettere a confronto quel mondo antico, saldo, sicuro e forte con questo nostro mondo frenetico e fragile. Vorrei che da questo confronto nascesse in noi una scintilla lucente e duratura di impegno per cambiarci un po’ e per aiutarci vicendevolmente a cambiare, con pazienza e comprensione. Buon Presepe a tutti. |
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Claudia Calisti
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