Andiamo con un cuore nuovo

Pubblicato il 14-08-2012

di Rosanna Tabasso

Andiamo con il desiderio di aiutare.

 

Inizio d’anno, tempo di bilanci e di speranze.
A me viene da iniziare l’anno con la pagina della nostra Regola Andiamo con un cuore nuovo: un impegno per me, ma anche per i giovani che ci frequentano, soprattutto quelli che l’anno scorso hanno partecipato all’Appuntamento Mondiale Giovani della Pace a L’Aquila e a Torino.
Perché questa pagina della Regola è dedicata a tutti quelli che mettono il proprio entusiasmo nel quotidiano, indomabili nei loro sì. In un tempo di crisi come questo, caratterizzato da incertezza del presente, paura del futuro, aggressività e violenza diffuse, più che andare da qualche parte viene da rifugiarsi in qualche angolo privato, non esporsi troppo ed aspettare tempi migliori. Pochi si mettono in gioco e c’è un deserto di indifferenza intorno a noi. Chi esce allo scoperto spesso non è ben intenzionato e i più non si fanno né vedere né sentire, giovani compresi. Ma così facendo, vengono a mancare le forze migliori! Tanti giovani buoni, seri, capaci, con il loro sì possono essere sale e lievito, possono diventare scopritori delle novità dello Spirito, possono portare una vera novità al mondo.

È tempo di uscire e andare incontro alla gente, tornare ad abitare strade e piazze, occuparci dei quartieri, delle città, dei paesi dove viviamo, dei giovani, delle categorie più fragili e offrire alla gente segni concreti della paternità di Dio. Uscire e andare significa trovarsi immersi nelle contraddizioni del tempo e della società, confrontarsi con la cultura di un altro Paese, con eredità spesso ingombranti di generazioni precedenti, significa trovarsi quasi sempre al crocevia del bene e del male, e districarsi non è facile. Non è facile accettare queste contraddizioni nelle persone che avviciniamo, non è facile non giudicare, non rispondere a violenza con violenza e farsi prossimo nonostante tutto. In qualunque angolo di mondo ci troviamo a vivere, sperimentiamo questa sfida continua. Eppure andare significa non arrendersi al male, credere anche contro ogni evidenza che l’impossibile è possibile. Basta pensare a quella pagina del Vangelo in cui si narra di Gesù che sale sulla barca dei suoi amici, sfiniti per non aver preso un pesce, e li invita a gettare di nuovo le reti. E quella notte di pesca infruttuosa si trasforma in una pesca miracolosa. Bastava ascoltarlo e gettare le reti dalla parte opposta.
È il cuore che non è più lo stesso di prima: riconoscere Gesù come compagno di strada, lasciarsi guidare cambia ogni prospettiva. La sua Presenza ci svela una storia sotterranea, la storia della salvezza che avanza verso una pienezza, nonostante il poco o niente della superficie. Un cuore che ha incontrato Gesù diventa parte della sua storia. Così si va, con la gioia di chi sa di partecipare ad una storia sacra, pronti a sfidare i luoghi comuni, le difficoltà oggettive, pronti a rischiare, a inventare; si va con la compassione nel cuore, disposti a riconoscere nell’altro un fratello e nel mondo casa mia.
Non c’è bisogno di andare lontano, basta aprire la porta di casa e scendere in strada per iniziare la missione. Ma le strade per Dio, anche quelle che partono sotto casa, non si fermano a nessun confine e chi le percorre spesso arriva lontano. Le nostre strade, per esempio, ci hanno condotti fino in Brasile e in Giordania, dove giovani della Fraternità del Sermig sono andati a vivere per condividersi con la gente di un Paese diverso dal nostro. Il loro sì li ha portati lontano, per amore. Ma sanno che il “per amore” va ripetuto ogni giorno: in missione si va e si ricomincia continuamente. Anche ad ognuno di loro l’augurio che ogni giorno di quest’anno decidano l’andiamo. Solo per amore.

dalla rubrica di NP 2011 LA REGOLA DEL SERMIG

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok