Amare per vivere

Pubblicato il 07-04-2023

di Max Laudadio

Claudio è un uomo di mezza età, non sono riuscito a capire quanti anni abbia realmente perché il suo aspetto racconta una vita travagliata e carica di sofferenze.

Claudio è separato, e anche se prima di lui tanti altri non sono riusciti a portare al termine la promessa del “per sempre”, è evidente che questo suo fallimento lo ha segnato molto. Vive ancora con la madre, dalla quale è tornato dopo la separazione, ma difficilmente lo si può accusare di averlo fatto per convenienza visto che la sua anziana coinquilina non è autosufficiente.
Quando il diabete lo ha reso meno prestante, Claudio ha perso anche il lavoro e, come un pugile che barcolla sotto i colpi di un muscoloso avversario, si è ritrovato a combattere nell’angolo più oscuro della sua mente, dove anche la dignità perde ai punti con stati d’animo negativi e dove ha conosciuto la depressione più profonda.
Ma Claudio c’ha comunque provato, fino a che le sue forze glielo hanno permesso, e ha cercato un riscatto che credeva possibile anche solo per l’onestà che alberga nel suo intelletto. Purtroppo, giorno dopo giorno, la speranza ha lasciato spazio alla delusione, e tutti i suoi sogni di rivincita si sono trasformati in una chimera scandita dal passaggio inesorabile di giorni sempre uguali. Ecco che Claudio ha perso gli amici, azzerando le frequentazioni quotidiane e rendendo quello con la madre l’unico momento di condivisione della sua giornata. Per Claudio sembrava tutto finito, ma proprio in questi momenti difficili, nella sofferenza, nel dolore, l’uomo che ama veramente può credere in una rinascita. E non lo dico io ci mancherebbe, lo racconta semplicemente e con chiarezza la morte di Gesù Cristo in croce.
Amare per vivere, soffrire per risuscitare, due facce molto simili della stessa moneta, e che solo chi le ha vissute profondamente può riconoscerle come tali.

Un giorno Claudio ha scelto di riprovarci e con la grinta, la determinazione e la volontà che si riconoscono solo negli uomini mai domi, ma anche con la gentilezza che caratterizza quelli colmi di amore, si è iscritto in un gruppo di volontariato nato per riportare la bellezza in un paese dove l’incuria la offuscava.
Piano piano Claudio si è inserito nel gruppo, fatto di pensionati, giovani, donne, disoccupati ma anche occupati fuori orario di lavoro. Insomma, un gruppo molto eterogeneo ma con una comune caratteristica: tutti, in qualche modo, cercavano una comunità da vivere.

Claudio ha conosciuto Gigi, Mauro, Pasquale, Caterina, Turi, Giovanni, Maurizio, Paola, e tanti altri; ha dipinto pensiline per gli autobus, ringhiere in ferro, staccionate in legno, ripulito aiuole e tombini, montato bacheche, ma ha anche sistemato sentieri nei boschi, posizionato cartelli indicatori e lavato bagni pubblici, ed altri svariati lavori più o meno umili. Non ha guadagnato soldi e non li ha chiesti, anche quando con la sua pensione di invalidità non riusciva a coprire le spese quotidiane.
Per mesi si è dedicato con anima e corpo a riportare la bellezza nel paese in cui vive, e ogni volta che qualcuno lo ringraziava per quello che insieme ai suoi nuovi amici realizzava, il suo impegno aumentava di conseguenza.

Un giorno, inaspettatamente, il sindaco del paese lo ha convocato e gli ha proposto un lavoro stabile come manutentore comunale, e la sola proposta lo ha fatto commuovere, ma prima che decidesse di accettare, e come ennesima conferma della sua grande umiltà, Claudio ha risposto come poche volte capita di sentire: «…ma ne sarò capace?»

La storia di Claudio, come tutte quelle che raccontano persone che hanno avuto una vita travagliata come la sua, non può che dare speranza, perché capita a tutti di vivere momenti di difficoltà e sofferenza, ma se impariamo ad amare per vivere non possiamo che risuscitare, sempre!
 

Max Laudadio
NP gennaio 2023

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