Aggiungi un posto a tavola c’è un cittadino in più
Pubblicato il 25-09-2024
Città santuario, senza paura, solidali, accoglienti: ogni continente ha un suo aggettivo prevalente per definire lo stesso comportamento civico e municipale. Il concetto di santuario può essere fatto risalire ai tempi antichi, quando le istituzioni religiose offrivano rifugio a coloro che fuggivano dalle persecuzioni. Nell’Europa medievale, le chiese fornivano rifugio perfino a criminali e debitori, offrendo loro una protezione temporanea dalle autorità legali. Oggi le “città santuario” o “senza paura” sono orgogliose di essere definite così e sono materia di studio del diritto internazionale che le riconosce pienamente.
Accoglienza tradizionale e tolleranza in Asia. Alcune città dell’India hanno una lunga tradizione di fornire rifugio a varie comunità in fuga dalle persecuzioni, come i tibetani e i tamil dello Sri Lanka. I governi e le comunità locali offrono servizi essenziali e sostegno a questi gruppi. La capitale del governo tibetano in esilio, Dharamsala nell’Himachal Pradesh è la meta di migliaia di persone che cercano pace, tranquillità e guida spirituale. Una città tibetana meno conosciuta in India è Bylakuppe, situata a 90 chilometri da Mysore sulla SH 88. Bylakuppe comprende due insediamenti di rifugiati tibetani istituiti rispettivamente nel 1961 e nel 1969 ed è ora diventata una vera e propria città che ospita la più grande popolazione tibetana al di fuori di Dharamsala in India. In Thailandia, da quasi 50 anni in diverse località intorno a Chiang Mai, presso il confine con il Myanmar vive una grande comunità di sfollati e minoranze etniche scappati dalla guerra civile in Myanmar. In Giappone, mentre il governo nazionale mantiene controlli severi sull’immigrazione, alcune città hanno mostrato un atteggiamento più accogliente nei confronti dei residenti stranieri. In Corea del Sud, alcune città hanno istituito “centri di sostegno familiare multiculturale” che offrono vari servizi agli immigrati e alle loro famiglie, come corsi di lingua, formazione professionale e consulenza per la ricerca di un lavoro.
Le buone pratiche osservate in queste città includono sostegno alla comunità: promozione dello scambio culturale, la promozione della comprensione e la fornitura di assistenza pratica. Assistenza linguistica: aiuta i nuovi arrivati a integrarsi nella società e ad accedere ai servizi essenziali. Accesso ai servizi: fa sì che tutti abbiano accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione e ad altri servizi essenziali. Supporto legale: aiuta chi è privo di documenti a gestire procedure complesse di immigrazione e a affermare i suoi diritti. Formazione professionale e sostegno all’occupazione: aiuta a diventare autosufficienti e a contribuire all’economia locale.
Sandro Calvani
NP Giugno / Luglio 2024