A rigor di logica

Pubblicato il 04-04-2022

di Corrado Avagnina

Difficile dire oggi che cosa ci sta toccando o ci toccherà, con il Covid che non è stato sconfitto e che, anzi, si ripropone con le varianti, in un match prolungato in cui i vaccini (ma non solo) sono un punto di forza indispensabile. L'orizzonte è incerto. La sognata “normalità” tarda ad arrivare e ci prospetta invece contesti di vita in cui far convivere limitazioni, rischi, affanni di vario tipo.

In tutto questo scenario resta qualche buco nero che impressiona, come quello rappresentato dalla galassia no-vax. Francamente si fa fatica a seguire i ragionamenti di questo mondo dall'ideologia negazionista, ritrovandosi dentro un groviglio di contraddizioni da lasciare di stucco. Poi arrivano le testimonianze di chi, prima negando l'evidenza, poi da contagiato in terapia intensiva, ammette l'abbaglio e invita a vaccinarsi, riconoscendo la gravità di quanto ha sostenuto e pubblicizzato. Un segnale post, che rimarca ancora di più il plateale contagio da idee e convinzioni insostenibili e pericolose (come la malattia patita ha dimostrato nella carne viva delle persone).

Forse ci si deve interrogare su come tutto questo sia razionalmente possibile. Perché si evidenzia uno snodo complicato; là dove la logica non supporta più, si scivola nella palude di parole non più comprensibili e spiazzanti. Senza più disporre, forse, di appigli per intercettare questi ragionamenti paradossali e incredibili. E il Censis, qualche settimana fa nel suo report, ci ha anche trovato addosso, come Paese, tracce marcate di irrazionalità sconcertante. Basti pensare a quel 19,9% che ritiene il 5G un maxi-sistema per controllare le persone, o a quel 10% che nega che l'uomo sia sbarcato sulla Luna, o al 5,8% che è convinto che la Terra sia piatta, o a quel 56,5% che crede a una rete elitaria di potenti globali che controllano tutto, o a quel 31,4% che afferma che i vaccini sono sperimentali, o al 5,9% (tre milioni di persone) che dichiara che il Covid non esiste.

Il Censis presenta la situazione in termini abbastanza sconfortanti, parlando di «una fuga fatale nel pensiero magico, stregonesco, sciamanico, spia di un fenomeno più ampio, un disagio che ha radici profonde». Insomma, non ci si può più stupire di nulla, perché quanto è più paradossale sembra comunque trovare cittadinanza in un quadro di riferimenti senza agganci logici o razionali. Valgono, ahimè, le suggestioni che poi si amplificano a dismisura e che non si riesce a ridimensionare dentro dati oggettivi. Una sorpresa non preventivata? Forse, ma va affrontata con lucidità.

Corrado Avagnina

NP Gennaio 2022

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