9 volte energia

Pubblicato il 13-09-2022

di Carlo Degiacomi

Lenti come tartarughe, ma può darsi che, come nella favola, arrivi prima la tartaruga. La guerra in Ucraina ha cambiato tutte le prospettive per lungo tempo. Oltre all’impegno in corso per diversificare gli approvvigionamenti del gas occorre premere l’acceleratore sulle scelte individuali e collettive che possiamo fare sull’energia.

IL RISPARMIO INTELLIGENTE in ogni ambito per ridurre quanto stiamo sprecando in vari settori: illuminazione pubblica e commerciale, riscaldamento, condizionamento, concentrazione delle produzioni a ciclo continuo come ceramica e acciaio in certi mesi, aziende che riducono le spese energetiche in modo permanente che diventa per loro un guadagno a medio termine, fino a quanto le famiglie possono fare nelle proprie case.

FONTI RINNOVABILI Negli ultimi 10 anni in Italia sono stati raggiunti importanti risultati, ma non basta. Nel 2020 circa 0,8 gigawatt da nuovi impianti di fonti rinnovabili. Ma rispetto agli obiettivi l’accelerazione dovrebbe essere molto, molto più grande: 7/8 gigawatt all’anno. Ci vogliono migliaia e migliaia di azioni e quindi di autorizzazioni e di scelte rapide. Ci vogliono capitali pubblici e privati. Ci sono intanto progetti realizzabili in fretta per 136 gigawatt a terra e 32 in mare. 30 gigawatt significano 18 miliardi di m3 di gas in meno. I tempi della burocrazia specie per l’eolico sono storici: se va bene le autorizzazioni richiedono almeno 5 anni. Per impianto off-shore, 10 km in mare a Taranto: 12 anni. Spesso (ma non è la posizione di molte delle associazioni ecologiste) vi sono immotivate opposizioni, dove prevale il no a qualsiasi proposta. Oggi la direzione di permessi più rapidi sembra essere praticabile, senza diventare danno per i paesaggi. Fotovoltaico e eolico, ma anche solare. Perfino dall’idroelettrico pare si possa ricavare qualcosa in più e meglio.

RETI INTELLIGENTI (SMART GRID) La rete nazionale elettrica di distribuzione, grazie alla tecnologia digitale, sarebbe in grado di essere efficiente rispetto alle esigenze dei punti di immissione e di prelievo (consumi), comprendendo l’intermittenza delle fonti rinnovabili. Va rapidamente modernizzata. Ci sono in ballo acquisti di elettricità dai Paesi confinati come la Francia e la Svizzera in più di quanto già in corso oggi.

METANO Consumiamo 70/75 miliardi di m3 in Italia. A febbraio le riserve sono circa al 50%. Dovrebbero essere 80/90 % a ottobre. Il gas naturale è impiegato per produrre circa il 60% dell’energia elettrica (maggiore del 10% rispetto allo scorso anno). Con le riserve attuali abbiamo due mesi di autonomia senza gas russo. Importiamo il 38% del fabbisogno (29 miliardi di m3) dalla Russia; 28,4% dall’Algeria; 4,3% dalla Libia; 9,6% dall’Azerbajian; 4,3% dalla Libia; 2,4% dal Nord Europa; 4,2% produzione nazionale. Sono possibili riequilibri delle percentuali di approvvigionamento da Azerbajian, Algeria, Angola, Congo, Usa, Libia, di almeno alcuni miliardi di m3. Piani di aumento di portata – anche raddoppio a 20 miliardi di m3 di gasdotti (la Tap) – che arrivano da altri punti, come dall' Azerbajian.

GASSIFICATORI Diversificare maggiormente i fornitori vuol dire ad esempio utilizzare diversamente gli attuali gassificatori (il 20% arriva dalla Russia, il resto dal Qatar e altri) per ricevere gas metano liquido (come dagli Usa) e trasformarlo. Vi sono 3 impianti in Italia (Panigaglia, Livorno, Caverzere) che lavorano circa 40 milioni di m3 al giorno. Potrebbero arrivare a 57 milioni di m3.

IDROGENO Accanto all’elettricità rinnovabile è una strada da percorrere senza più incertezze. È facile da trasportare, immagazzinare, distribuire, utilizzare ed è pulito. Meglio se si utilizza l’idrogeno ricavato dalle fonti rinnovabili, ma possono esserci anche fasi intermedie: da fonti fossili. Ci sono molte tecnologie per impiegarlo
nell’industria, nei trasporti pesanti, nel riscaldamento dove le fonti rinnovabili sono più difficoltose.

METANO NAZIONALE L’estrazione di metano nel mar Mediterraneo è regolata dal ministero della Transizione ecologica che definisce le zone idonee. Le trivellazioni in Adriatico e sotto la Sicilia sembrano le due aree più praticabili. Rischio forte di danni ambientali nel nord Adriatico. Le risorse proprie sono limitate, le riserve coprono circa 7 anni. Stiamo estraendo 3,13 miliardi di m3 che possono raddoppiare fino a 7 nel giro di 1,5/2 anni. È stato da poco pubblicato il Piano della Transizione energetica sostenibile delle aree idonee dove cercare idrocarburi nel nostro territorio.

BIOGAS È prodotto con impianti, sono circa 2.000 quelli agricoli, che utilizzano materiali organici. Oggi in Italia (secondo Paese in Europa per il biogas) questi impianti producono 1,7 miliardi di m3 all’anno. È possibile che entro il 2030 si possa arrivare a produrre fino a 6,5 miliardi di m3 di biogas riducendo di 12,4 milioni di t la CO2.

L’USO DI CO2 come energia è un frontiera ormai esplorabile. Si tratta non solo di ricerca, ma già di prime applicazioni da non trascurare, anche se costose, che possono essere diffuse. Ma vi sono altre idee realizzabili.

IL NUCLEARE a livello mondiale fornisce dal 10 al 15% dell’energia totale. La Francia sta costruendo 6 nuove centrali per pareggiare in parte la chiusura di quelle vecchie. I costi sono molto alti rispetto a tutte le altre energie. Altro discorso è la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie: si tratta della quarta generazione di centrali e della ben diversa prospettiva della fusione che comincerà ad avere dei risultati tra 40/50 anni.


Carlo Degiacomi
NP maggio 2022

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