Una vita per la pace

«Il Paese ci guarda e grandi sono le nostre responsabilità, ma anche le opportunità di dare l’esempio. Dare l’esempio non significa solo fare bene il nostro dovere, ma svolgere il nostro servizio con disciplina e onore, servendo le istituzioni e non servendosi di esse». Giovedì 13 ottobre, ore 10:30, palazzo Madama, Roma. Queste alcune delle profonde e meditate parole con cui la senatrice a vita Liliana Segre ha aperto la prima seduta del Senato della XIX legislatura.

Un discorso alla politica sul senso di fare politica, da parte di chi ha speso la sua vita a testimoniare gli orrori che l’uomo può compiere, proprio come chi si sente cucita addosso una vita regalata che non può fare a meno di regalare a sua volta, perché l’uomo non impari più l’arte della guerra.

Un discorso di grande profondità morale e di grande senso delle istituzioni: è la democrazia stessa l’antidoto, sono le istituzioni il vaccino contro le forme più spietate di violenza; per questo occorre difenderle: «Comune a tutti deve essere l’imperativo di preservare le istituzioni della repubblica, che sono di tutti e non sono proprietà di nessuno e devono lavorare per il bene di tutti».

I temi sono molteplici: la brutalità della guerra attuale, la memoria del passato, la possibile unità di un popolo intorno alla sua storia, la Costituzione come “testamento di migliaia di morti” e il risveglio di una profonda coscienza sociale e politica, che elimini il linguaggio dell’odio. «Potremmo lasciar fuori da quest’aula la politica urlata [...], interpretando invece una politica alta e nobile, che si apra all’ascolto e si esprima con gentilezza e perfino con mitezza», prosegue.

Tuttavia, colpisce la forza e allo stesso tempo la fragilità di quella donna di più di 90 anni, che fa parlare il suo cuore di bambina discriminata, espulsa dalla scuola e deportata, finita a occupare uno dei seggi più prestigiosi dello Stato. Dal banco lasciato vuoto in seguito alle leggi razziali al banco più alto del Senato.
In mezzo, una vita spesa per la pace. La sua vita parla più di tutto.
 

Roberto Lerda
NP novembre 2022