Transizione ecologica

Pubblicato il 26-11-2021

di Stefania Traverso

Sono qui alla finestra e guardo i colori della sera all'orizzonte, ho bisogno di fermarmi un attimo e lasciar viaggiare il pensiero.
Ci sono queste due parole che mi girano in testa che voglio capire, smontare, analizzare: transizione ecologica. Le guardo e annuso come un gatto, c'è qualcosa di importante camuffato sotto ai significati che credevo di conoscere, percepisco un potenziale che fa vibrare il terreno come un grosso animale che progressivamente si avvicina… transeo, transis, transii, transitum, transire – come una musica dalla metrica perfetta la mano della mia anziana prof di latino scandisce sulla cattedra la coniugazione di questo verbo che in senso transitivo vuol dire attraversare, tipo Cesare il Rubicone, che non è poco, ma in senso intransitivo riguarda lo spostarsi, il trasformarsi, il cambiamento: ad esempio quando studi in fisica la transizione di fase e che l'acqua può diventare ghiaccio cambiando addirittura volume, se ancora non lo avessi capito dopo aver fatto scoppiare nel congelatore innumerevoli bottiglie. Mi sembra un'implicazione ancora più portentosa di questo "transire": mentre mi sposto da A a B, mi trasformo. In senso ecologico cosa vorrebbe dire? Se l'ambiente comprende gli organismi viventi (biotici) e gli elementi non viventi (abiotici) della Terra, l'ecologia è la scienza che studia le interazioni che vi avvengono dentro, cioè gli ecosistemi.

Stiamo parlando di sistemi aperti più o meno complessi e in relazione con altri sistemi, in cui circolano materia ed energia, in cui si manifesta la vita e tutto ciò che la sostiene. Ad esempio, studiando le api e la loro relazione con i fiori, posso capire come si comportano, dove si distribuiscono, quanto sono numerose; posso identificare quali fattori ambientali determinano cambiamenti che modificano la vita e se quell'ecosistema è fragile o resiliente.
L'ecologia è anche di tipo culturale, esamina le conseguenze delle azioni umane nei confronti dell'ambiente fisico e per l'uomo, al fine di modificare o controllare tali conseguenze: per questo si fonde anche con gli aspetti sociali ed economici. La transizione ecologica potrebbe quindi essere vista come un processo di trasformazione che avviene tenendo conto in maniera virtuosa degli effetti delle interazioni tra gli organismi viventi, tra cui l'Uomo, e l'ambiente in cui si manifestano.
Penso sia merito del nome del nuovo Ministero della Transizione Ecologica aver portato alla conoscenza del grande pubblico nel 2021 questo concetto in Italia, anche se cercando sul sito istituzionale sembra quasi una semplice ridenominazione del Ministero dell'ambiente. Stiamo invece parlando di un cambiamento potenzialmente epocale per cui nel mondo alcuni studiosi parlano di Nuovo Rinascimento.

Un aiuto alla comprensione ci viene dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dell'Italia, definitivamente approvato con Decisione di esecuzione del Consiglio Europeo il 13 luglio 2021. Nel PNRR sono individuati tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale. Si riporta che: «La transizione ecologica […] è alla base del nuovo modello di sviluppo italiano ed europeo. Intervenire per ridurre le emissioni inquinanti, prevenire e contrastare il dissesto del territorio, minimizzare l'impatto delle attività produttive sull'ambiente è necessario per migliorare la qualità della vita e la sicurezza ambientale, oltre che per lasciare un Paese più verde e una economia più sostenibile alle generazioni future ». Come progetto di investimento, la Missione 2 del PNRR riguarda rivoluzione verde e transizione ecologica ed è composta da: agricoltura sostenibile ed economia circolare; energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile; efficienza energetica e riqualificazione degli edifici; tutela del territorio e della risorsa idrica.
Perchè tutta questa attenzione mondiale? Perchè traguardi temporali stringenti?

Gli investimenti straordinari in atto sulla transizione ecologica sono il tentativo umano di portare contromisure ai risultati dei modelli di cambiamento climatico, alla crescita della temperatura media del pianeta, alle trasformazioni degli ecosistemi, all'aumento di frequenza e intensità degli eventi estremi. Oggi parliamo di mitigazione degli effetti e resilienza delle popolazioni, anzichè di evitare un disastro, perché certi fenomeni sono ormai in corso e hanno bisogno di un recupero lungo anche secoli. Gli obiettivi globali ed europei al 2030 e 2050 (Sustainable Development Goals, Accordo di Parigi, European Green Deal) hanno i tempi dell'urgenza di una società che si era distratta, non possono fisicamente risolvere tutte le criticità presenti, ma sono un inizio importante, se tutti insieme decidiamo di passare ad azioni di sostanza. Che pragmaticamente implica per ognuno iniziare con piccoli passi un nuovo imprescindibile viaggio corale dell'umanità.
Nel libro di John W. Bennett The Ecological Transition edito da Taylor and Francis in inglese, focalizzato sull'ecologia sociale, l'autore scrive che l'uso che l'uomo fa della Natura è inestricabilmente intrecciato con l'uso che l'uomo fa dell'Uomo, e che i rimedi per l'uso distruttivo dell'ambiente devono essere trovati all'interno del sistema sociale stesso. Proprio per questo la transizione ecologica è una storia che coinvolge tutti, dove sia gli antichi saperi sia le idee fresche dei giovani possono creare opportunità nella matrice del pensiero collettivo e aiutare a trovare soluzioni semplici ed efficaci.

Possiamo quindi cercare di fare meglio e mentre affiniamo le indagini sulle basi sociali e culturali del rapporto dell'uomo con l'ambiente dobbiamo inventarci uno sviluppo ambientale davvero sostenibile, un'economia circolare realistica, una convivenza responsabile nel creato e degli esseri viventi, tra cui le comunità degli uomini.
Come in tutte le storie epiche che si rispettano non sappiamo ancora nel profondo di dover affrontare questo viaggio, ma forse è già iniziato e credo ci cambierà per sempre chiedendoci, tra le altre cose, di crescere nel rispetto della libertà reciproche, nel recupero delle radici locali, nella capacità di visione sul lungo periodo con idee e tecnologie nuove.
Adesso però devo smettere di discutere con il mio pensiero e uscire, ho anche la raccolta differenziata da portare ai cassonetti, e sono molti sacchi.
Certo l'ascensore mi sorride malizioso e sono proprio tentata di prenderlo.
Però mi viene un groppo nello stomaco e mi vergogno un po', dopo tutte queste belle intenzioni sul transire ecologico… ce la faccio? dai, sono pure in discesa… un passo… forza e coraggio… un altro passo… dai, resisti… un altro passo… un altro…

Stefania Traverso
Ingegnere ambientale, esperto in disaster risk assessment.
FOCUS - NP agosto / settembre 2021


PER APPROFONDIRE

John W. Bennett
The Ecological Transition: Cultural
Anthropology and Human Adaptation
Taylor and Francis, 2017
https://temi.camera.it/leg18/provvedimento/piano-nazionale-di-ripresa-e-resilienza.html
https://italiadomani.gov.it/it/missioni-pnrr/rivoluzione-verde-transizione-ecologica.html

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