Strategie comunicative
Pubblicato il 21-12-2020
Istituzioni credibili: la chiave è la trasparenza della comunicazione.
La nuova ondata del Covid-19 sta facendo riaffiorare la difficoltà politica di trovare misure “equilibrate”, capaci di evitare il collasso dell’economia e al tempo stesso di tutelare la salute pubblica. Ciò ha messo in crisi non solo i decisori politici, ma anche i cittadini ormai stanchi del virus e delle annesse restrizioni. Se da un lato, si parla molto della responsabilità dei politici e delle loro scelte, poco si parla della responsabilità dei singoli individui, della relazione tra il cosiddetto “capitale sociale” e l'efficacia delle misure di contenimento del virus.
Il concetto di capitale sociale si riferisce all'insieme di relazioni ed interazioni che facilitano la cooperazione per sostenere scelte che possano avere benefici sulla collettività (es. beni pubblici). Una delle sue componenti principali è la fiducia nelle altre persone, ma molti studiosi annoverano anche la fiducia nelle istituzioni e/o nei politici.
Questa dimensione istituzionale assume rilevanza quando si ha a che fare con politiche poco piacevoli, come per esempio la scelta di un lockdown e del distanziamento sociale. Dall’altro lato, il capitale sociale può spingere le persone a restringere “volontariamente” le proprie libertà: in società ad alto capitale sociale e senso civico si è più consapevoli che dal proprio comportamento possono scaturire costi e/o benefici alle altre persone; si è, pertanto, più attenti ad indossare mascherine e a limitare i propri spostamenti.
Sono fioccati negli ultimi mesi diversi studi accademici sul tema, tra cui quello di Bargain e Aminjonov (2020) che unisce i dati di mobilità individuale a quelli sulla fiducia nei politici nelle diverse regioni europee. Gli autori confrontano regioni a bassa e alta fiducia prima e dopo l’avvio dei lockdown, controllando nel contempo le caratteristiche della regione.
L'effetto sembra piuttosto ampio: le regioni ad alta fiducia hanno ridotto la loro mobilità di circa il 15% in più rispetto alle regioni a bassa fiducia. Inoltre, gli autori mostrano che questo risultato riguarda principalmente le attività non necessarie: non sembra esserci alcun effetto della fiducia per quanto riguarda la mobilità verso negozi di alimentari o farmacie.
Un ulteriore risultato interessante è quello che mostra come per un dato livello di rigore nelle politiche di restrizione, una maggiore fiducia porta a un'ulteriore riduzione della mobilità, quindi ad una migliore conformità con le direttive di lockdown. In altre parole, la fiducia aumenta l'efficienza di queste misure; il suo effetto, inoltre, è tanto maggiore quanto maggiore è il grado di restrizione scelto: il divario tra regioni ad alta fiducia e quelle a bassa fiducia aumenta con l’aumentare del rigore delle politiche di lockdown. Gli autori stimano che un aumento di una deviazione standard nella fiducia è associato ad a una diminuzione del 6,5% del tasso di crescita delle vittime del Covid-19 (circa 10.000 vittime in meno a metà aprile).
Studi analoghi condotti in altre parti del mondo raggiungono risultati simili. Da qui, come suggeriscono gli autori, uno stimolo per i politici a tentare di riconquistare la fiducia dei cittadini attraverso diversi accorgimenti, come, ad esempio, una strategia comunicativa trasparente fondata su risultati scientificamente validati, una chiara spiegazione sulle motivazioni che sottendono la decisione pubblica e una maggior coerenza nel tempo delle diverse politiche. Occorre però anche “attivare” questi effetti benefici della fiducia, spingendo, per esempio, le persone verso una consapevolezza maggiore dell’impatto delle loro decisioni sulla salute propria e degli altri.
Pierluigi Conzo
NP novembre 2020