Seta della pace

Pubblicato il 23-10-2022

di Elisa D’Adamo

Parlare di “seta non violenta” significa parlare dello stilista romano Tiziano Guardini, maestro della ecouture. Questa parola esprime l’incontro tra l’alta moda (couture) e l’ecologia, per rappresentare un’esigenza contemporanea: una positiva unione tra moda e natura, con l’obiettivo di imprimere un’etica morale all’interno del complesso mondo del fashion system.

L’ecouture seleziona materiali naturali che derivano da processi di riciclo, come il nylon ricavato dalle reti da pesca disperse in mare, o da buone pratiche come quella della produzione e utilizzo della cosiddetta seta “non violenta” o “della pace”.

Da secoli il processo di produzione della seta coinvolge la larva di un insetto chiamato bombice del gelso, detto comunemente baco da seta, che si costruisce il suo bozzolo di fibre pregiate per rinchiudervisi e realizzare la sua metamorfosi. Quando la natura completa il suo corso, la larva diventa una falena che rompe il bozzolo per volare via. Per evitare questa rottura e poter utilizzare per intero il filo di seta che costituisce il bozzolo, si procede alla bollitura dello stesso con il baco al suo interno, provocandone la morte. Lo stilista Tiziano Guardini ha scelto di non allinearsi a questa antica e crudele pratica e intraprendere la strada dell’attesa, senza sacrificare la vita dell’animale. Sapienti artigiani recuperano le fibre frammentate dalla fuoriuscita dell’insetto, un procedimento senz’altro meno veloce ed economico, ma che parla di profonda considerazione per la vita e di un risparmio di circa ¾ di acqua rispetto al tradizionale metodo di produzione. Un’unione di etica ed estetica che speriamo diventi presto di moda!


Elisa d'Adamo
NP giugno/luglio 2022

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