Santità in vespa

Pubblicato il 22-04-2021

di Annamaria Gobbato

«La vita è bella ma se ami è meravigliosa!». A parlare così è Carla Ronci (1936-1970), una ragazza di Torre Pedrera (RN). Carla non si distingue dalle altre ragazze del popolo, suo papà è pescatore, la mamma ha un banchetto di frutta e verdura. Bella, vivace e intelligente, studia con profitto ma le condizioni economiche della famiglia non le permettono di continuare oltre la licenza elementare.
Aiuta la mamma, che la iscrive anche ad un corso serale per sarte. Il tanto lavoro non impedisce alla famigliola di godere di semplici svaghi, cinema e balli in balera. Carla partecipa volentieri e gli ammiratori non mancano! Sente però che le manca qualcosa, forse quella serenità che vede sui volti delle suore orsoline del paese. Vorrebbe essere come loro, seguire Gesù più da vicino.
Scappa addirittura di casa per entrare in convento, ma questa non è la sua strada. Per caso viene a conoscenza di un istituto di consacrate laiche con sede nelle Marche. Si informa e capisce che può dedicarsi a chi ha bisogno anche rimanendo in famiglia. La differenza la farà l’unione con Dio nell’intimo del cuore.
Rasserenata, ritorna ai suoi impegni con il sorriso e l’aspetto curato di sempre. «Vesto come altre giovani della mia età con modestia ed eleganza e cerco di far capire alle anime, con la mia vita, che il cristianesimo vissuto non è croce, ma gioia». Quella gioia che non l’abbandonerà nemmeno nei due mesi in ospedale prima di morire alla soglia dei 35 anni, per un tumore al polmone.

Annamaria Gobbato
NP gennaio 2021

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