Piccoli e grandi gesti di bene

Pubblicato il 12-07-2021

di Redazione Sermig


È passato un anno da quando improvvisamente ci siamo ritrovati a sospendere tutte le attività in presenza
dell'Arsenale dell'Incontro a causa del Covid-19. Nessuno di noi immaginava che dopo un anno saremmo stati ancora nella stessa situazione, con le scuole che in Giordania continueranno le lezioni a distanza anche in questo seme­stre. Se ci guardiamo intorno, dopo un anno di pandemia, a livello sociale lo scenario è decisamente difficile, umanamente quasi tragi­co: come in tanti altri Paesi di ogni continente, molte persone hanno perso il lavoro, che spesso era già precario, e si sono ritrovate senza nessun tipo di protezione sociale. Le disuguaglianze, che già nei mesi prima della pandemia erano in crescita, si sono ulteriormente acuite.

La priorità, nel tentativo di "salvare il salvabile", viene data all'econo­mia, a ciò che produce, mentre i più deboli vedono aumentare le si­tuazioni di disagio e di esclusione che già vivevano. Eppure in questi mesi non possiamo dire di aver visto solo crescere queste difficoltà e questo buio. Parallelamente a tutto questo, o forse sarebbe meglio dire misteriosamente intrecciato a tutto ciò, come nella parabola del grano e della zizzania, abbiamo assistito a tanti piccoli e grandi gesti di bene che hanno continuato a crescere tenacemente. Pensiamo ad alcuni bambini che non riuscivamo a raggiungere con l'insegnamen­to a distanza e che sono stati cercati dai nostri insegnanti usando tutta la loro creatività e la loro esperienza educativa.

La mamma di uno di questi bambini ci ha detto: «Dopo che ho visto tutto quello che avete fatto per raggiungerci e aiutarci ho capito quanto bene volete a mio figlio e che anche io dovevo fare tutta la mia parte!». E in questo tempo abbiamo visto questa mamma im­pegnarsi e mettersi in gioco come mai prima. Guardiamo con tanta riconoscenza all'impegno di un ragazzo di 25 anni che ha dato la sua disponibilità a fare da perno per la squadra che si sta prendendo cura dell'Arsenale dell'Incontro in questo tempo in cui noi siamo in Italia, e che dopo sei mesi continua ad esserci con grande senso di responsabilità.

Ringraziamo per tutti quelli che non si sono fatti spaventare dai cambiamenti che questo tempo ha imposto alla vita a cui eravamo abituati, dai genitori agli insegnanti, passando per gli autisti dell'autobus, le accompagnatrici, le donne delle pulizie, la se­gretaria, i volontari… e hanno così reso possibile la scommessa di un Arsenale che da un anno ormai funziona a distanza senza aver mai smesso di essere vicino ai più piccoli. Piccoli gesti di bene che in una situazione difficile come quella che stiamo attraversando diventano un segno grande, importante, anche per la comunità e per la società. Dicono con la vita, con i fatti che prendersi cura dei più deboli anche in un tempo come questo non solo è possibile, ma diventa luce e segno di un esserci sempre e comunque che è la chiave per guardare al futuro con speranza.

Mentre ci prepariamo a rientrare in Giordania non vediamo ancora prospettive chiare all'orizzonte… ma il desiderio di contribuire alla crescita tenace di tutti questi germogli di bene ci spinge a fare le valigie ancora una volta e ad andare, certe di non essere sole e felici di poter tornare a fare la nostra parte più da vicino.

NP Marzo 2021

Arsenale dell’incontro

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