La vergogna di Lipa

Pubblicato il 17-06-2021

di Gianfranco Cattai



Pietro Bartolo, conosciuto come il medico di Lampedusa
, oggi parlamentare europeo, è stato a Lipa in Bosnia. Sono rimbalzate ovunque le sue parole. «Sono rimasto traumatizzato, non avevo mai visto una situazione così disumana come a Lipa.
È stato un pugno allo stomaco così forte che mi sono appartato ed ho vomitato, oltre ad aver pianto. L'Europa sta naufragando di fronte ad una situazione in cui i diritti umani fondamentali vengono sistematicamente violati. Bisogna cambiare strategia sulle migrazioni».
Quando faremo nostre le parole di papa Francesco:«Nel mondo attuale i sentimenti di appartenenza a una medesima umanità si indeboliscono, mentre il sogno di costruire insieme la giustizia e la pace sembra un'utopia di altri tempi.
Vediamo come domina un'indifferenza di comodo, fredda e globalizzata, figlia di una profonda disillusione che si cela dietro l'inganno di una illusione: credere che possiamo essere onnipotenti e dimenticare che siamo tutti sulla stessa barca» (da enciclica Fratelli tutti). Nel corso degli anni questa barca è stata oltraggiata, molte altre barche abbandonate alla deriva.

Alcuni corpi galleggiano, altri arrivano in riva, tanti sono in fondo al mare. Altre "persone" invece sono in cammino "nella rotta dei Balcani". Lunghe file di anziani, donne e bambini, a piedi, a volte scalzi e feriti, che cercano di fuggire alla violenza della polizia croata, trovando la morte nei boschi, per la fame e per il freddo.
È questa la lezione evangelica? Cosa abbiamo fatto, oltre le parole, per impedire tutto questo? La grande lezione di papa Francesco sta nel richiamarci alla testimonianza cristiana.
Ci consola il fatto che Ipsia-Acli e Caritas Italiana sono fisicamente presenti nella zona e sul campo a contribuire a rispondere alle emergenze e quindi possiamo contare su di loro per non lasciarli soli. Ma non basta.
Con i parlamentari europei che sono andati a Lipa dobbiamo impegnarci perché l'Europa assuma delle decisioni per affrontare questa situazione di profonda disumanità. In particolare all'Europa chiediamo di prestare l'attenzione necessaria alla dimensione umana e sociale del rapporto tra i popoli ed ai drammi di chi affida la propria vita ad una speranza riposta proprio nella nostra comunità europea.

L'attuale fase sociale e politica di consolidamento di tendenze nazionaliste, alimentate dai sentimenti di rancore e di egoismo legati alla crisi pandemica ed economica ed alla confusione e paura rispetto al futuro ed ai cambiamenti in corso, può essere affrontata adeguatamente solo rilanciando con decisione i valori della solidarietà, dell'accoglienza e del rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri viventi. Raccomandiamo quindi alla società, all'Europa che si rafforzi il pilastro sociale dell'Unione, che vengano sostenuti i valori della solidarietà e del rispetto dei diritti umani, che si cerchino soluzioni condivise e sostenibili di protezione e salvezza per chi soffre e muore ai confini della nostra Unione. Spero di poter scrivere presto un'esperienza di buone pratiche a beneficio dei nostri fratelli così ingiustamente provati.


Gianfranco Cattai
NP Marzo 2021

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