La posta in gioco

Pubblicato il 24-12-2021

di Corrado Avagnina

Il calendario ci sorprende ormai in autunno pieno. E l'aria che tira è ancora segnata dallo zig-zag del virus che non ci molla. Col timore di replicare l'autunno 2020 che ci inguaiò nella seconda ondata. È vero, si sono fatti grandi passi in avanti. Ci mancano gli ultimi metri decisivi, per uscire da questa battaglia che lascerà sicuramene strascichi spalmati nel tempo, a lungo ancora. Si sta col fiato sospeso per vedere come può reggere la scuola che è tornata in presenza, come è logico che sia, come è necessario che si proponga, per non perdere anni preziosi a discapito di generazioni che rimarranno già piuttosto spiazzate adesso su più fronti, didattici, culturali, umani, sociali, educativi… In ogni caso sta in qualche modo riemergendo una sorta di normalità perduta o decurtata. Sappiamo che i rischi non sono finiti. La pandemia è in agguato.

Occorre essere attenti al massimo. Ci si è attrezzati, col vaccino. Si attendono, a questo snodo che rassicura, coloro che si sono finora sottratti. Ci sono discussioni e polemiche. Ma c'è una sola certezza che viene dalla scienza: col vaccino possiamo farcela, senza restiamo in una palude pericolosa per noi e per gli altri.
Adesso bisogna però fare i conti con un ventaglio di limitazioni che sono indispensabili per tutelarsi al meglio.

Molto si può tornare a fare, ma tante cose vanno pure tenute a freno o modificate o ripensate. Quotidianamente, dalla mascherina ai distanziamenti, dall'igienizzazione al green pass… sperimentiamo come la vita nella sua ferialità sia piuttosto cambiata.
Lentamente ci si riappropria di ritmi, situazioni, occasioni, opportunità… che giustamente il Covid ha costretto a comprimere o cancellare. Il tutto ri-sperimentato con prudenza, dentro le regole. Altrimenti si ripiomba nel baratro, qua e là. E già questo approccio impone di ripensarsi parecchio.
Un passaggio anche cruciale, da interpretare e da praticare. Magari partendo dalla convinzione od ammissione che si ha a che fare con intoppi più che sopportabili, rispetto al peggio che ci potrebbe ricadere addosso altrimenti.

Guai a sbagliare le mosse per leggerezza o presunzione, guai a bruciare le tappe… Sarebbe un azzardo per tutti. E se da una parte dobbiamo convivere con questi atteggiamenti che ci sono richiesti e che ridisegnano un po' la nostra quotidianità, dall'altra – oltre all'abitudine per riuscirci – c'è anche un ulteriore messaggio implicito da raccogliere. Attraversiamo una crisi che non va sprecata, continua a ribadire papa Francesco, riflettendo su Covid e dintorni, interpellando le coscienze innanzitutto. Infatti la stagione complicata che attraversiamo contiene pure una stringente e pungolante lezione di vita, per farsi più solidali, per prendersi cura, per non ritenersi onnipotenti, per condividere le fragilità, per reimpostare i giorni in chiave di umanità che soffre e fa fatica, per distinguere ciò che è essenziale e ciò che è banale, per rifondare scelte esistenziali. È nelle nostre mani la scommessa di questa nuova normalità, su cui investire. La posta in gioco non è da poco.


Corrado Avagnina
NP ottobre 2021

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