Il ragazzo dalla palla ovale
Pubblicato il 12-10-2021
17 anni possono essere tutta una vita, e per Nicola Perin avviene che il tempo non sia contenuto in una sequenza cronologica ma segua un'altra strada. «Chi si sente già arrivato, già perfetto e non lascia più aperto il proprio cuore alle novità, vivrà un'esistenza neutra, senza colori, piatta, senza entusiasmo». Nicola è un ragazzo di Rovigo. Genitori e nonni gli regalano da subito affetto ed esempi di fede vissuta, nessuna sorpresa quindi nel vederlo crescere sereno, aperto alle amicizie e alla solidarietà, specie verso i più piccoli. Mette la stessa grinta nello studio e nello sport, specie nel rugby, dove gioca da mediano di mischia nella Monti Junior Rovigo. Quello che nella sua storia fa la differenza però è il motore che lo spinge: l'attaccamento a Gesù.
Questo legame speciale lo sostiene quando a 15 anni gli diagnosticano la leucemia. Piange, ma poi confida ad un amico: «Mi aspetta un'altra dura battaglia. Un'altra lotta. Un'altra partita da vincere. La vita è anche questo, ma chi supera questi momenti diventerà una persona forte, coraggiosa, che sa che cosa vuol dire soffrire per una giusta causa. Io non mollo!». In ospedale affascina con il suo continuo pensare agli altri: «Ragazzi, non trattenetevi dal voler bene e non abbiate timore di spendervi per gli altri», scrive. Ancora due anni, due trapianti di midollo, esami sostenuti via Skype, visite al reparto pediatrico dove porta un sorriso, poi arriva la vigilia di Natale 2015. Il suo tempo si è trasformato, è diventato eternità. Dice la sua mamma: «A suo nome ora esiste la bellissima Teen Zone dell'oncoematologia pediatrica dell'ospedale di Padova, nata proprio grazie ad un'idea di Nicola. Inoltre, adesso tante persone mi chiedono di pregare Nicola per i loro bisogni».
NP maggio 2021
Annamaria Gobbato