Il Sermig a Superga

Pubblicato il 15-12-2021

di Redazione Piazza Giovani



2 agosto 2021, a quasi quarant'anni dal suo ingresso nel vecchio Arsenale militare di Torino
, la Fraternità della Speranza riceve in gestione la basilica di Superga, luogo simbolo della città di Torino, ma conosciuto anche nel resto d'Italia per il suo valore storico, artistico, culturale e spirituale.
La sua storia ha inizio il 2 settembre del 1706 quando la città di Torino era assediata dall'esercito franco-spagnolo.
Vittorio Amedeo II, duca di Savoia, salito sul colle per osservare la città, giurò di edificare un tempio alla Madonna in caso di vittoria: così avvenne cinque giorni dopo.

Sempre qui, quasi 250 anni più tardi, fu scritta una delle pagine più tristi della storia di questa città: durante il pomeriggio del 4 maggio 1949 l'aereo che stava riportando a casa i calciatori del Grande Torino si schianta contro il terrapieno situato sul retro della basilica. Nessuno sopravvisse.

Gli amici del Sermig, accompagnati da Maria Madre dei Giovani, sono partiti la mattina in pellegrinaggio verso la basilica. Ed era come se non fossero soli: «Portare l'icona di Maria – racconta Daniele, il giovane a cui l'icona è stata affidata dall'Arsenale fino a Superga – è sempre molto bello, perché la immagino accanto a me che cammina e che con le sue tre mani ci guida». Insieme a chi già conosce da tempo la famiglia del Sermig, si è poi unito a Superga anche chi all'Arsenale era arrivato da pochi minuti: «Tutti stavano realmente festeggiando, come in famiglia, sia chi non lo conosceva bene, sia chi da tempo ruota attorno all'Arsenale». Tra le cose che hanno colpito di più spicca, oltre al fascino della Basilica, quella comunità di volontari e amici che si sono riuniti per condividere insieme alla Fraternità questa responsabilità. Perché, in pieno “stile Sermig”, questo sogno è affidato non solo a chi ci abita, ma a tutti quelli che passano per questa casa e hanno voglia di mettersi in gioco.

«Entriamo in punta di piedi a Superga, rispettandone la storia, il valore che ha per tante persone», ha detto Ernesto Olivero, fondatore del Sermig. «Saremo noi e i tanti che ci accompagneranno.
E i tantissimi, non visibili, che saranno con noi. Le persone che abbiamo incontrato in questi decenni, le persone che abbiamo accolto, le persone che ci hanno voluto bene e quelle che ci hanno ostacolato, le persone che ci hanno preceduto e che oggi gioiranno con noi: la mia Maria, il cardinal Pellegrino, dom Luciano. Milioni di persone».

«Il mio augurio – ha aggiunto l'arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia – è che Superga ritorni ad essere un polo attrattivo per tutta la cittadinanza di Torino, per coloro che ne onorano i caduti e per i turisti e abitanti della città che amano questa collina e ne fanno un punto di riferimento significativo e importante da sostenere e promuovere».


Redazione Piazza Giovani
NP agosto / settembre 2021


In punta di piedi…

«In punta di piedi vuol dire non montarci la testa, non pensare che siamo arrivati ai vertici. E questo è proprio il pensiero che non voglio mai sentire dentro al Sermig: mantenere l'umiltà di chi fa un servizio, ovunque sia» (Rosanna).
«Entrare in punta di piedi significa osservare: in punta di piedi sei fragile, non puoi correre, devi stare attento a ciò che ti circonda, cercare di assorbirlo, capirlo. Entrare quasi che l'altro non se ne accorga, con delicatezza e rispetto» (Daniele).
«Vuol dire seguire il nostro stile, ovvero lavorare in silenzio, coinvolgendo gli altri a fare il Bene. È questo che fa un cristiano: mette insieme la gente a fare il Bene. Siamo abituati a lavorare senza aspettare riconoscimenti, perché non è da lì che arrivano le soddisfazioni. Essere cristiani in maniera molto semplice, senza fuochi d'artificio» (Gianni).

La basilica della Madonna delle Grazie, come ci ricorda la sua storia, vuole ancora una volta essere luce di speranza, che annulli il buio in cui ci ha immerso questa pandemia.
La fatica di questi mesi infatti ci ha spinto a ricercare una dimensione spirituale, che molti hanno trovato all'Arsenale. Questo, dunque, il grande sogno per Superga, la pienezza di una “vita integra”, cercare di saziare quella “fame di Dio” che abita in noi, di riempire quel vuoto che ognuno sente dentro di sé. Il desiderio della Fraternità è proprio quello di «dialogare con i ragazzi, riaprire le porte, riportare le persone a una fede autentica, riportare i giovani in quel luogo, attraverso l'incontro con le persone, il dialogo e il silenzio».

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