I suoni del silenzio

Pubblicato il 24-11-2021

di Gian Mario Ricciardi

Nell'estate delle certezze infrante, ho scelto tanti giorni, qua e là, di silenzio: camminando lentamente sui sentieri di montagna; scivolando (si fa per dire!) lungo le passeggiate tra paese e paese al mare; potando alberi; pulendo siepi.
È stato sempre come immergersi in un mondo altro.

Quanto erano lontane le immagini di buona parte di noi a pigiare compulsivamente sui cellulari sempre; le polemiche tra vaccinati e no vax; le incredibili capriole della politica; i giorni del lockdown con i morti, le sirene e la paura; le inutili "comparsate" di divi e presunti tali sui social e i giornali di gossip.
Così, solo e senza orologio, ho risentito i "suoni del silenzio": le onde del mare a Cogoleto in una bella casa delle suore carmelitane di santa Teresa che, nonostante il posto splendido, lavorano e pregano con dei sorrisi di serenità trapassante e contagiosa; al colle della Fauniera, sopra Castelmagno e il colle del mulo dove un monumento a Pantani che vi è passato col giro d'Italia, lascia intatto il mistero sulla fine del campione; a Murazzano dove il latte delle capre s'incontra con il cibo "buono e sano"; nell'orto di casa ad osservare un pomodoro crescere di giorno in giorno; nei santuari come a Fontanelle di Boves, a Superga, alla Madonna dei fiori di Bra, a Forno di Coazze.

È stato bello. Ho capito la ricchezza del silenzio, le scelte del deserto dei santi come Charles De Foucault, il fascino dei monasteri, la forza del tacere, il genio del pensare. E mi sono ritrovato bambino in mezzo ad un sogno di mezz'estate. Splende alto il sole. Tutt'intorno i profumi del bosco che t'inseguono, t'assediano, ti inebriano: dolcemente. È così dal tempo dei romani, un angolo incantato. La via sterrata s'inerpica, stancamente. Al di là della collina s'apre lo scenario naturale e irripetibile delle rocche, le montagne rocciose d'Italia. Sono tra le colline della sinistra Tanaro in Piemonte. Terra per una pausa. E, ogni passeggiata, è un tuffo tra le certezze di ieri e il rigoglioso rinnovarsi della natura.
Nell'ombra sovrana, le ricchezze del sottobosco inesplorato: tra le felci e il mirtillo, tra i mughetti e il narciso. C'è l'orchidea e una soffusa atmosfera da sogno. Full immersion nella Laudato si' di papa Francesco.

Cammino e sento il temporale formarsi: le nuvole fondersi, dividersi, affastellarsi; il vento sembra cattivo e minaccioso, un silenzio ed una luce irreali riempiono quest'angolo di mondo. Ecco, le prime gocce e quell'odore di "polvere bagnata". Gli uccelli cercano riparo come cani, gatti e tutti gli animali.
È allora che emergono, uno ad uno, rumori che non ho sentito per anni: il fragile stormir delle foglie, lo scricchiolio degli alberi, l'acqua scorrere lungo la strada sterrata. Comincio a capire le lunghe e spesso vacue conversazioni sulle tv in questi due anni di pandemia; rivedo come in un flashback le ipotesi di governi, presidenti della Repubblica e del Consiglio, maggioranze d'ogni tipo e mi accorgo di quante fakes news imbrattano, ogni momento, le nostre vite. Così tanto che alla fine non sappiamo più dove sta il bene e il male, il giusto e l'ingiusto, i ricchi e i poveri. Certo sono stati due anni vissuti pericolosamente e chissà per quanto ancora dovremo lottare: non contro chissà che cosa che vuole cambiare la geopolitica mondiale, contro la pandemia, contro le troppo spesso teatralità del sacro. Cerchiamo autenticità e verità.

E allora, immersi nel mare delle chiacchiere, di tanto in tanto i suoni del silenzio sono la strada giusta, quella vera: per ascoltarci noi, gli altri, quelli che la pensano diversamente da noi, senza rabbia, livore, accanimento, anche quelli che chiedono aiuto, dentro e fuori di noi e di casa.
Ascoltare! L'ascolto è la via di uscita. E, per me, anche la preghiera!


Gian Mario Ricciardi
NP agosto / settembre 2021

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