Eredi di una storia

Pubblicato il 24-10-2021

di Roberto Lerda

2 giugno 1946. L'Italia è da poco uscita da un conflitto brutale, che negli anni tra il 1943 e il 1945 si era trasformato in una guerra civile: tedeschi contro alleati, ma soprattutto fascisti contro antifascisti. La guerra ha lasciato devastazione e desolazione; bisogna ricostruire, ricucire i rapporti, ricomporre i conflitti molto più profondi di qualche sparatoria (pur brutale); bisogna ritrovare l'unità nazionale e fare in modo che l'esperienza della dittatura e della guerra non si ripetano mai più. In questo clima tutti gli italiani (e per la prima volta anche le donne) sono chiamati al voto per un referendum sulla forma di governo: monarchia o repubblica.

Quel 2 giugno 1946 (e anche la mattina successiva) quasi 25 milioni di persone si recano alle urne. L'attesa è tanta, ma – per varie questioni istituzionali – i risultati definitivi arrivano una decina di giorni dopo: ha vinto la repubblica con una percentuale pari al 55% circa.
2 giugno 2021. Sono passati 75 anni da quel giorno che ha cambiato la storia del nostro Paese e se ci guardiamo indietro sono state tante e diverse le fasi che la Repubblica italiana ha attraversato: terrorismo, violenza, scandali, corruzione, tramonto dei vecchi partiti e formazione di nuovi gruppi. Ci sono ancora persone che conservano la memoria storica di tutti questi fatti e di quanto la vita politica e sociale sia cambiata notevolmente in questi decenni. Ma soprattutto ci sono gli uomini e le donne di oggi e di domani: siamo noi, che non usciamo da una guerra ma cerchiamo di far fronte ad una pandemia e a tanti conflitti sottili che segnano la nostra società. Dopo 75 anni non penso che siamo più uniti di allora…

Credo che sia necessario ricostruire tanti aspetti (dalla scuola all'educazione, dalla cultura alla fiducia nelle istituzioni e tanti altri), ma che in definitiva l'obiettivo si possa riassumere in questo: agire non come isole di fronte al grande mare del mondo ma come eredi di un passato a cui guardare per prenderne il buono e costruire il futuro. Questa è la speranza: sentirsi tutti parte della stessa storia.


Roberto Lerda
NP giugno/luglio 2021

 

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