Erano le 23,45

Pubblicato il 10-02-2021

di Chiara e Shaquille

Alle 23,45 (forse) di sabato 24 ottobre è nata Arianna, la nostra seconda figlia. I più maligni giustificheranno l’orario indicativo della nascita con la firma del padre all’articolo. In realtà, l’incertezza è proprio un dato di fatto.
Abbiamo fatto accesso in Pronto Soccorso alle 23,15 (davvero), il resto del tempo è stato quasi sufficiente a ginecologi, infermieri e ostetriche per allestire la sala parto. Qualche istante dopo l’ingresso al mondo di Arianna, una voce irrompe nella sala: «Orario di nascita?». L'elevato numero di persone in quella stanza sembra essere la motivazione per cui nessuno risponde.

Lo chiamano effetto spettatore, un fenomeno della psicologia sociale per cui la probabilità d'intervento è inversamente correlata al numero degli spettatori. Ad un certo punto, risponde il più anziano del gruppo: «Erano le 23,45». Lo dice con la stessa fermezza con cui io rispondo alla domanda «Cosa hai mangiato ieri sera a cena?».

La corsa di Arianna alla vita era già tutta programmata. Domenica mattina il pre-ricovero e lunedì il tanto atteso parto cesareo, consigliato dagli esperti, date le nostre circostanze. Avevamo pianificato tutto: le ferie al lavoro, i pranzi surgelati, gli orari di visita dell’ospedale e gli spostamenti della nostra primogenita Margherita con l’aiuto di nonni e amici. Tutto cestinato. Le tante chiacchiere, i tanti pensieri per sentirci nella nostra confort zone ideale, spazzati via in pochi istanti: Arianna è nata prima di tutti i nostri programmi, e senza cesareo. La vita ci ha riportati come sempre all’essenziale. Alla Parola di Dio. «Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?» (Mt 6,26).

Arianna è nata ai tempi del Covid, Arianna è nata ai tempi in cui la cassa integrazione tarda ad arrivare, Arianna è nata ai tempi in cui gli ingressi in ospedale sono contingentati. Arianna è nata. E noi, ancora una volta, abbiamo imparato che l’Amore ha già vinto!
In questo periodo viviamo la fatica di non poter aprire in tutta semplicità la porta di casa a nonni, amici e parenti che sarebbero venuti a trovarci per condividere con noi questo momento di gioia. Essere genitori è un dono ma viverlo ogni giorno è una vera e propria sfida.

L’arrivo di Arianna nella nostra famiglia ci sta nuovamente insegnando il valore della Presenza. La più semplice attività quotidiana è impastata con un cucciolo di essere umano che ti guarda, sorride, piange, urla e cerca di soddisfare in qualsiasi modo i propri bisogni primari. Ma chi di noi era pronto a cambiare nuovamente le abitudini? Chi aveva la voglia di catapultarsi in equilibri differenti? Nonostante i nove mesi di gravidanza, essenziali per entrare nell’ottica di una nuova routine, non lo eravamo.
Un caro amico ci ricorda spesso che il vero cristiano non si chiede cosa manca nella vita ma cosa può ancora donare. Proprio in quel momento il cuore si allarga, si crea lo spazio per accogliere veramente una nuova vita che ci regala vita nuova!

Oggi abbiamo ancora domande e paure che ci accompagnano: saremo in grado di crescere le nostre figlie? Riusciremo a farle diventare cittadine del mondo? Saremo capaci di trasmetterle quelli che per noi sono i valori della vita? Un uomo può sopravvivere in casa con tre donne (ops…)? Ci teniamo strette le nostre domande in attesa di trovare un pezzetto di risposta step by step, convinti più che mai che la strada si apre camminando.


Chiara e Shaquille
NP dicembre 2020

 

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