Crocifissione

Pubblicato il 14-07-2021

di Chiara Dal Corso

Tempo di Quaresima, tempo per guardare di più a Gesù, per stargli più vicino, in queste poche settimane che ci preparano a rivivere con lui la sua passione, morte e resurrezione. Ci facciamo guidare da questa icona della crocifissione.
Dietro abbiamo le mura di Gerusalemme, come indica il Vangelo: Gesù viene ucciso fuori dalle mura, viene escluso dal centro del potere religioso del tempo, dalla città che per eccellenza era la “città di Dio”, là dove c’era il Tempio. Egli viene ucciso sul monte “Golgota”, cioè “luogo del cranio”, indicato dal cranio che è rappresentato nella caverna sotto la croce: essa assume il significato degli inferi. Il cranio riporta anche al cranio di Adamo, (secondo la tradizione egli era sepolto proprio lì), il primo, il “capo” di tutto il genere umano, che Gesù è venuto a salvare, a redimere con la sua morte e resurrezione. La croce infissa in una roccia che si spacca, in un terreno che si apre. Anche la natura partecipa dell'immenso dolore di veder morire il suo creatore.

Ai piedi della Croce ci sono le persone che l’hanno amato di più. C’è la madre Maria, addoloratissima e potremmo dire “crocifissa nell’anima” insieme a suo figlio per l’insopportabile dolore di vederlo così maltrattato, torturato e ucciso. Tiene in mano quel fazzoletto presente anche in altre icone, panno che richiama i panni che avvolgono il Bimbo, l’Uomo in croce e quelli che restano vuoti nel sepolcro. Indicano l’inseparabilità della Madre con il Figlio, la partecipazione completa alla sua vita e alle sue sofferenze.
C’è Maria Maddalena, innamorata del suo maestro, che sarà la prima a vederlo risorto, donna che l’amore e la riconoscenza per lui rendono intrepida e coraggiosa. C’è l’apostolo Giovanni, il più giovane della squadra, l’apostolo “che Gesù amava”, quello tra tutti che forse aveva compreso maggiormente l’amore infinito del maestro.
E poi c’è anche un’altra figura, un “estraneo”: il soldato romano, un “pagano” che, come indica il panno bianco che gli avvolge la testa, ottiene la grazia della conversione, una luce interiore che gli fa comprendere chi ha davanti: “egli è veramente il Figlio di Dio”. Queste persone insieme indicano la futura Chiesa, che sotto la protezione e la guida di Maria, che Gesù ci dona come Madre donandola a Giovanni, comprende tutti i fedeli, aperta a tutta l’umanità.

Infine lo sguardo va su di Lui, su Gesù, centro dell’icona e della vittoria sulla morte. Gesù è rappresentato in modo da comunicare non tanto l’orrore delle torture che ha subìto, ma il suo essere Figlio di Dio, il trionfo del suo amore talmente grande che offre tutto ciò che ha e che è e vince la stessa morte. Gesù è rappresentato con gli occhi chiusi e le lacrime ma “sereno”, come in un “sonno dolce”, il colore luminoso non è quello di un cadavere ma di un corpo vivo che emana luce, e l’atteggiamento del corpo parla di un “gesto” volontario, come di un “abbraccio” universale che Gesù fa a tutta l’umanità dalla croce…


Chiara Dal Corso
NP marzo 2021

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok