Cerotti

Pubblicato il 11-11-2022

di Andrea Gotico

Sarà senz'altro capitato a ogni padre in ascolto: tuo figlio casca e si graffia. Al primo step capita spesso che il pargolo si spaventi e ti guardi come se aspettasse di capire dalla tua reazione se la questione è più o meno grave. Se la reazione sarà tranquilla, tipo: «Ma come sei caduto bene! Bravo continua così e torna a giocare!!», 90 volte su cento il nano tornerà a giocare senza piangere e nel 10 per cento dei casi, ce la caveremo con un cerotto, che ha sempre un inaspettato effetto magico, soprattutto se sopra c'è qualche disegno carino e coccoloso. Se invece alla caduta io reagirò del tipo: «Aiutoooo!! Mio Signore prendi me!!! Chiamate un’ambulanza!!!», saremo certi che il piccolo bipede inizierà a urlare inconsolabile, e neanche un cerotto di Hulk a questo punto potrà salvarvi.

Vedere mio figlio che torna a giocare senza piangere mi fa pensare a quanto sia vera una frase di mio nonno: «Il dolore esiste nella misura in cui noi lo facciamo esistere». Cosa c'è di più potente nel vedere la dignità immensa di chi vive i dolori della vita con una forza che non sembra (e non è) normale? Mi piace pensare che queste persone si sono addestrate e si sono lasciate addestrare per tutta la vita da qualcuno che non faceva drammi, e che era sempre pronto all'occorrenza con cerotti di ogni forma e colore. Mi sbaglierò, ma penso che più cadiamo, più siamo paradossalmente fortunati, perché solo il cadere ci insegna a rialzarci e ci permette di aumentare la nostra collezione di cerotti. Qualcuno dirà: «Ma al pianeta non basterà un cerotto per essere salvato!!». Nonno, cosa rispondi? «Tutte ste cadute e ancora non hai capito che il cerotto non serve a niente?»
 

Andrea Gotico
NP agosto / settembre 2022

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