Caro amico ti racconto il mio Sermig

«All'Arsenale ti dicono: “tutto è restituzione” e capisci che facendo il bene ti viene restituito molto».

«“Cosa ho imparato oggi?” penso che partirò da qui per raccontarti il nostro Sermig»

Comincia così una delle lettere che un gruppo di giovani passato per l’Arsenale della Pace quest’estate ci ha spedito come restituzione dell’esperienza di condivisione vissuta insieme. Sono i giovani di Modugno, in provincia di Bari, che nell’attesa all’aeroporto, prima di tornare a casa, hanno raccolto pensieri, emozioni e riflessioni a caldo su quanto avevano appena vissuto.

Abbiamo pensato di condividere con voi alcuni, pochissimi stralci, che ci hanno fatto bene al cuore, perché raccontano l’esperienza vissuta da molti giovani quest’estate attraverso i loro occhi.

«Tanto per cominciare il Sermig è in realtà qualcosa che non è facile da raccontare, perché qualsiasi racconto, anche il più dettagliato e passionale possibile, non sarà in grado di trasmettere le emozioni, i sentimenti, il coinvolgimento, la stanchezza e la ricchezza che contraddistinguono questa esperienza».

«Noi giovani abbiamo aderito a questa esperienza senza avere grandi aspettative e senza avere grandi informazioni a riguardo, ci siamo letteralmente buttati in questa esperienza travolgente che ha cambiato il nostro, o perlomeno il mio, modo di aver fede».

«Finalmente non ci siamo inebriati di paroloni e pensieri inutilmente filosofici riguardanti la Bibbia, come spesso mi son sembrate le catechesi e le nostre condivisioni durante i campi, per poi tornare a fare la nostra solita vita, ma ci siamo letteralmente sporcati le mani per fare la nostra parte verso il prossimo».

«La bontà disarma perché l'innocenza, la gioia, la gratitudine delle persone che ho incontrato al Sermig annientano la stanchezza della giornata, annientano la negatività e ti fanno davvero sperare e credere in un mondo privo di guerre e per cui la fame non sarà altro che un lontano ricordo».

Anna Chiara Toffanin & Nicol Busi

NP Ottobre 2022