Palloncini all'incontro del martedì

Pubblicato il 20-05-2013

di Redazione Sermig

Il martedì del SermigAnche i bambini possono cambiare un pezzo di mondo. E i giovani insieme a loro, se sono oggetto di fiducia da parte degli adulti. Ecco il messaggio dell’incontro di martedì 22 settembre all’Arsenale della Pace di Torino.

A cura della redazione

 

Incontro del martedì del SermigIl buio sulla piazza davanti all’Arsenale della Pace avanza in parallelo con l’avanzare della stagione. Ma questa sera è rallegrato dai colori di 50 palloncini che si librano in cielo. Siamo al “Martedì dell’Arsenale”, l’incontro che da 45 anni rinsalda le motivazioni e le carità degli amici del Sermig e di chiunque voglia partecipare.
Questa sera insieme a noi ci sono 50 bambini di una classe prima media della scuola Gozzano di Caluso. Trascorrono due giorni interi all’Arsenale per conoscersi. E intanto fanno esperienza di solidarietà, incontrando la vita della nostra casa, smistando con noi carichi umanitari, giocando con il gruppo multietnico dei bambini del quartiere (il nostro “Arsenale della Piazza"), sperimentandosi nell’invenzione di un progetto per portare acqua nello Stato del Piauì (Brasile)… Modi diversi per capire che anche a 10 anni si può concorrere a risolvere i problemi del mondo. E proprio la responsabilità è il tema dell’incontro di stasera: il “dar risposta”, l’accettare che qualcosa nel mondo dipende anche da me.

Incontro del martedì del SermigSono alcune storie di bambini a illustrare questa convinzione. Dalle quattro bambine di San Damiano d’Asti che dopo aver ascoltato Ernesto Olivero hanno raccolto e offerto dei soldi con un mercatino, a Carlotta di 8 anni che scrive la sua vicinanza quando l’Arsenale, nel 2000, è colpito dall’alluvione. E ancora: il caso degli alunni della scuola primaria di Strevi che studiano tutti il Braille per solidarietà con una compagna cieca. C’è poi la testimonianza della scuola primaria San Leonardo Murialdo di Rivoli, che si è gemellata con la scuola per bambini disabili dell’Arsenale dell’Incontro a Madaba (Giordania). Duecento bambini hanno deciso di raccogliere aiuti, ed insieme hanno spedito un cartellone con l’impronta colorata delle proprie mani abbinata al nome di ciascuno. I bambini giordani potranno posare le proprie mani sulle impronte e scoprire che le mani dei bambini sono uguali in tutto il mondo…

Ai racconti segue la lettura dei sogni di alcuni bambini presenti - “Sogno di diventare un medico, per studiare le malattie e curare molti bambini”, “Voglio diventare un insegnante per aiutare chi non ha mai avuto la possibilità di studiare” – ai quali si affiancano gli impegni degli adulti per farsi carico di situazioni note. E subito i palloncini vengono lasciati andare verso il cielo. Portano con sé un cartoncino: “Io ci sto a cambiare un po’ il mondo con la mia vita”, c’è scritto.
Mentre i bambini affrontano una nuova attività, i “grandi” raggiungono l’Auditorium dell’Arsenale, che ormai ogni martedì si trasforma in luogo di preghiera.

Incontro del martedì del SermigAnche questa sera ci si prepara al 3° Appuntamento Mondiale Giovani della Pace che si terrà il prossimo anno all’Aquila. La riflessione sulla responsabilità si concentra sulla fiducia, che un giovane può ricevere e prendere su di sé. Lo spunto è un messaggio del vescovo dell’Aquila, Giuseppe Molinari: “Dio ama i giovani. Gesù si è fidato dei giovani. Perché anche noi adulti non cominciamo di nuovo a fidarci dei giovani? Dio si è fidato di una ragazza giovanissima: Maria di Nazareth; una ragazza povera, sconosciuta, senza mezzi economici, senza potere, senza celebrità.
Ed è stata una scelta formidabile. Dio non si è pentito di aver scelto Maria”.

Il brano della Parola, tratto da 1 Tm 4, è dello stesso tenore - “Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii di esempio ai fedeli nel parlare, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza…” – e si conclude con l’invito chiave della serata: “Non trascurare il dono che è in te”. È un giovane della Fraternità della Speranza a raccogliere subito l’invito, commentando brevemente il passo: “Non trascurare il dono che è in noi significa volerlo veramente. È come avviarsi su un sentiero di montagna: man mano che sale diventa più ripido ed arduo. Le nuvole a tratti possono coprirlo, ma la vetta c’è, anche se non si vede. E tu sai che il sentiero è comunque tracciato”.

Incontro del martedì del SermigAl commento segue la lettura della lettera di una ragazza di 14 anni, Maria Chiara di Pesaro, rivolta ad Ernesto Olivero: “Caro Ernesto, tu dici sempre che noi giovani un giorno, quando saremo pronti, potremmo cambiare il futuro, ma come possiamo farlo se il presente sta cambiando noi giovani? Come possiamo fare noi giovani a ridonare una personalità a chi l’ha persa?”. Olivero raccoglie gli interrogativi spronando tutti, giovani ed adulti, ad alzarsi e camminare. “Si resta giovani – dice Olivero – se si vive attimo dopo attimo per un ideale, senza interruzioni. Allora non si aggiungono più anni, si aggiungono esperienze”. E conclude. “Se crederete insieme a noi all’Appuntamento Mondiale, un pezzo di mondo lo cambieremo sul serio”.

Padre WindeyL’incontro termina ricordando un “giovane di 88 anni”, Michael Windey (foto), gesuita scomparso nei giorni scorsi, con il quale il Sermig aveva realizzato nel Tamil Nadu numerosi progetti di ricostruzione dopo il disastroso tsunami. Le note del canto “Gloria dal basso della terra” rendono omaggio ad un vero uomo di Dio, che insieme alla ricostruzione delle case ha sempre avuto a cuore di costruire anche il tessuto sociale e spirituale della sua gente.

A cura della redazione


Audio di alcune parte dell'incontro di martedì 22 settembre 2009

Introduzione di Ernesto Olivero alla lettera di Maria Chiara (3' 36'')
Lettura della lettera di Maria Chiara (2' 55'')
Ernesto Olivero commenta la lettera (5' 29'')



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